La documentarista Barbara Cupisti alla Festa del Cinema di Roma con Womanity, il progetto che racconta la forza delle donne in contesti sociali dominati da pregiudizio e discriminazione
E’ da anni che la regista Barbara Cupisti, premiata col David di Donatello nel 2007, si occupa di documentari che parlano di donne. Scelta come membro della giuria per la sezione Orizzonti alla Mostra del Cinema di Venezia del 2008, incontra la regista belga Chantal Akerman, che la ispira per il prezioso progetto di Womanity.
Presentato nella sezione Riflessi della Festa del Cinema di Roma, Womanity racconta trentasei ore di vita di quattro donne che vivono in India, Egitto e Stati Uniti. Sono storie toccanti, che celebrano la forza delle donne e la loro resilienza.
Un progetto partito dieci anni fa, che nel tempo ha subito un’evoluzione costante raccontando storie, piccole e quotidiane, di donne lasciate ai margini, ma che hanno trovato il coraggio di andare avanti.
“Sono stata a contatto con storie di donne incredibili, che inizialmente sole, si sono unite per lottare contro la discriminazione e la violenza – racconta Barbara Cupisti -. Ho raccontato, così, di due donne indiane, madre e figlia, che non temono di mostrare i segni sui loro volti lacerati dall’acido, di un’egiziana che si traveste da uomo per occuparsi della figlia lavorando come lustrascarpe, di una camionista americana che riesce a trovare posto in una società machista”.
Quattro storie diverse, ma con un unico come denominatore: la lotta quotidiana per la difesa del proprio essere donna. Esemplare in tal senso è la storia di Johnny, la camionista che vive in un container a meno 25 gradi e che aiuta le donne che vogliono riappropriarsi della propria identità.
“Johnny vive in Nord Dakota dove domina una società prettamente maschilista e dove le uniche donne ad essersi imposte sono quelle che svolgono lavori prettamente maschili. Johnny è stata sempre bullizzata per il suo aspetto fisico, ma, nonostante un passato legato alla droga che le è servito da scudo, ha imparato a fare tesoro della propria fisicità e a sfruttarla professionalmente. Johnny è, insomma, un esempio per tutte le donne che come lei vivono la discriminazione e il pregiudizio”.
Il titolo Womanity racchiude splendidamente i concetti di femminilità e umanità e richiama il nome di una fondazione che in Afghanistan, Brasile, Libano, India, Marocco e Medio Oriente lotta per l’empowerment delle donne e la loro valorizzazione.
Roberto Puntato