Al cinema dal 6 febbraio distribuito da Lucky Red
Nick Payne, autore teatrale di grande talento, firma la sceneggiatura di We Live in Time – Tutto il tempo che abbiamo, confermando il suo interesse per storie che esplorano il tempo e le sue percezioni. Dopo aver adattato per il cinema L’altra metà della storia (tratto da Il senso della fine di Julian Barnes), Payne costruisce qui un racconto che si muove tra passato e presente con un’eleganza che richiama il linguaggio teatrale. Tuttavia, questa storia è pensata per il grande schermo e ne sfrutta appieno le possibilità, affidandosi al montaggio come elemento cardine della narrazione.
Diretto da John Crowley (Brooklyn), il film si distingue per una struttura frammentata che, inizialmente, potrebbe apparire spiazzante ma che si rivela presto il suo punto di forza. I continui salti temporali non sono semplici espedienti stilistici, ma il modo in cui il racconto prende forma, costruendo un intreccio emotivo più che cronologico.
We Live in Time segue la storia d’amore tra Almut, una chef di successo dal carattere determinato, e Tobias, impiegato alla Weetabix. La loro relazione ci viene mostrata attraverso momenti diversi della loro vita: li vediamo già insieme, mentre affrontano la prova più difficile (Almut è malata di cancro), ma anche separati, impegnati in percorsi personali lontani l’uno dall’altro. Questo continuo intreccio tra passato e presente è il cuore del film, che non segue un andamento lineare ma si affida alle emozioni per dare un senso alla narrazione.
Pur combinando elementi di commedia romantica, melodramma e cancer movie, il film è abile nell’evitare facili sentimentalismi. Il messaggio è chiaro: più che la durata, è l’intensità del tempo vissuto a dare significato all’esistenza.
Andrew Garfield e Florence Pugh offrono interpretazioni straordinarie. Garfield, con la sua naturale aria malinconica, incarna perfettamente un uomo che cerca di comprendere il mondo annotando tutto su un taccuino, quasi volesse dare un ordine al caos della vita. Pugh, intensa e magnetica, porta sullo schermo un personaggio sfaccettato, passando con disinvoltura dalla determinazione alla fragilità, dall’ironia alla vulnerabilità.
Per di più, il finale è struggente e alcune scene restano impresse a lungo, come la dichiarazione d’amore improvvisata con l’aiuto di un fattorino, la tenera intimità tra Tobias e il padre.
We Live in Time è un film che parla d’amore con rara sensibilità, raccontando la bellezza e la sofferenza legate al tempo condiviso. Garfield e Pugh non si limitano a interpretare una coppia innamorata, ma restituiscono con autenticità la complessità di un legame segnato dalla consapevolezza della perdita. Un’opera intensa e toccante, capace di lasciare il segno.
Giancarlo Giove