Appuntamento dal 16 al 27 settembre 2020, ingresso libero fino ad esaurimento posti
Al via domani, mercoledì 16 settembre, fino al 27 settembre 2020, presso l’Istituto Villa Adriana e Villa d’Este, siti dichiarati dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità, la seconda edizione di Villae Film Festival, rassegna di film in cui l’ARTE IN MOVIMENTO, nelle sue molteplici declinazioni espressive, è protagonista di un diverso racconto.
Evento unico nel panorama culturale italiano, il Villae Film Festival è realizzato con il patrocinio e il sostegno della Direzione generale Cinema e Audiovisivo del MiBACT e della Regione Lazio e organizzato dalle Villae, sotto la direzione artistica di Andrea Bruciati, storico dell’arte e direttore dell’Istituto di Villa Adriana e Villa d’Este, con la consulenza artistica e l’organizzazione dell’Associazione Culturale Seven e con la collaborazione e la sinergia di tutto il personale dell’Istituto.
Nella sua duplice articolazione a Villa d’Este e a Villa Adriana, Villae Film Festival è un viaggio alla scoperta del cinema che racconta l’Arte e del cinema che è esso stesso Arte. Al centro dell’evento, infatti, ci saranno film che raccontano artisti, opere e movimenti, che riflettono sui protagonisti, sulla Storia e sulle idee dell’arte, ma, soprattutto, film di artisti che hanno sentito il bisogno di esprimere la loro creatività attraverso il cinema, che è esso stesso opera e linguaggio sperimentale.
Tutte le giornate si aprono alle ore 20:00 con i filmati d’archivio dell’Istituto Luce dedicati alle due ville e alle 20:10 con l’incontro che precede la proiezione del film del giorno, con ospiti registi, attori, produttori sempre introdotti dal direttore artistico Andrea Bruciati. Due luoghi per due programmi e tipologie di proiezioni.
Nella cornice del Pecile di Villa Adriana, dal 16 al 19 settembre, saranno proiettati film che, almeno in parte, vi sono stati girati. Tra le pellicole proiettate, una a sera, il film di apertura Titus di Julie Taymor, che sarà presentato domani, mercoledì 16 settembre, dalla produttrice Conchita Airoldi e il critico d’arte Mario Dal Bello.
Tratto da Titus Andronicus, la prima tragedia scritta da Shakespeare, il film, interpretato da Alan Cumming, Jessica Lange e Anthony Hopkins, narra le vicende del generale romano il cui nome dà il titolo all’opera. La sua vittoria e la conseguente cattura della regina dei Goti Tamora è motivo di una serie infinita di vendette la cui crudeltà giunge a livelli di parossismo difficilmente immaginabili e che porteranno all’annientamento di tutti i personaggi coinvolti.
Giovedì 17 settembre il regista Marco Bellocchio e l’attore Pier Giorgio Bellocchio presentano, con la giornalista Michela Tamburrino, La Balia. Partendo dalla novella di Luigi Pirandello, il film, che annovera un cast eccezionale composto da Maya Sansa, Fabrizio Bentivoglio, Valeria Bruni Tedeschi, Michele Placido, Elda Alvigini, Pier Giorgio Bellocchio ed Eleonora Danco, racconta la vicenda di una coppia dell’alta borghesia della Roma umbertina alla nascita del primo figlio. Tra la madre e il bambino non sembra svilupparsi alcun rapporto, al punto che è necessario rivolgersi a una balia, al cui seno, diversamente che a quello della madre, il piccolo si attacca. Questo fatto, inevitabilmente, modifica i rapporti tra i protagonisti, innescando gelosie e ripensamenti. A rendere più difficili le cose giunge poi il comportamento di Annetta, il cui marito è in carcere per motivi politici, la quale ogni giorno si assenta per un breve lasso di tempo senza dare spiegazioni.
Il distributore Mario Mazzarotto presenta, con la giornalista Cristina Piccino, venerdì 18 settembre, Notizie degli scavi, di Emidio Greco, che sarà proiettato con audiodescrizione e sottotitoli, a cura di Artis Project, in collaborazione con l’audiodescrittrice e dialoghista Laura Giordani. Interpretato da Giuseppe Battiston, Ambra Angiolini e Iaia Forte, il film racconta di un “Professore” che vive in una casa d’appuntamenti facendo quei piccoli lavori che, utili alla conduzione della casa, sono compatibili con il suo ritardo mentale. Un giorno, per soddisfare il favore chiestogli da una conoscente, si reca in ospedale a trovare una donna che, in passato, ha lavorato come prostituta all’interno della casa. L’incontro si rivelerà fondamentale per entrambi e fondamentale sarà il sito della bellissima Villa dell’Imperatore Adriano, da cui emerge l’immagine di un passato che, pur non mantenendo il fulgore di un tempo, conserva un’irresistibile bellezza.
Sabato 19 settembre, presentato dal giornalista cinematografico Marco Spagnoli, la proiezione di Dagobert, diretto nel 1984 da Dino Risi e con Coluche, Michel Serrault e Ugo Tognazzi, ambientato all’inizio del VII secolo, quando il re dei Franchi, Dagoberto, si reca a Roma da Papa Onorio per ottenerne l’indulgenza per i propri peccati. Intanto, in seguito a una congiura di palazzo ordinata dall’imperatore d’Oriente Eraclio, il papa viene sostituito da un sosia, un saltimbanco dai modi più libertini dello stesso re.
Dal 20 al 27 settembre la location delle proiezioni si sposta nella suggestiva atmosfera del Gran Viale di Villa d’Este: qui saranno proiettati film i cui registi sono anche artisti rappresentati da importanti gallerie d’arte e le cui opere fanno parte di importanti Musei di tutto il mondo o che si sono distinti in un ambito artistico diverso dal cinema. Tra i film qui proiettati, apre le danze Il racconto dei racconti, che sarà presentato, domenica 20 settembre, dal regista Matteo Garrone in un dibattito con la giornalista cinematografica Anna Maria Piacentini. Il film è la trasposizione cinematografica di tre novelle da Lo cunto de li cunti, raccolta di fiabe di Giambattista Basile pubblicata nei primi decenni del Seicento. La cerva, La pulce e Le due vecchie sono i titoli dei racconti che compongono la trama di un film che si muove tra animali fantastici, ambientazioni straordinarie, passioni e pulsioni che traggono origine dai bisogni primordiali dell’essere umano. Eterna giovinezza, amore fraterno, violenze, costrizioni, pentimenti, magia, desiderio e morte per un film di immagini potenti e indimenticabili, con un cast internazionale che unisce Salma Hayek, Vincent Cassel, John C. Reilly, Christian Lees, Jonah Lees, Alba Rorhwacher e Massimo Ceccherini.
Lunedì 21 settembre il critico cinematografico Federico Pontiggia animerà il dibattito con il distributore Gianluca Curti, per la proiezione di Lonesome Cowboys, diretto nel 1968 da Andy Warhol e un non accreditato Paul Morissey, una rivisitazione ironica del genere western, nella storia di un gruppo di scanzonati e teneri cowboy che giunge in un paese sperduto dell’Arizona. Un tono ironico e tenero, relazioni gay e non, per raccontare le avventure di un gruppo di giovani e la loro vita. Un linguaggio che demolisce i canoni del cinema tradizionale del tempo e un’atmosfera che smitizza il genere cinematografico del western. Pur avendo operato un restauro digitale del film, gli editori hanno scelto di lasciare quelle particolarità visive e sonore insite nel negativo originale che sono testimonianze dell’estetica pauperistica del cinema di Andy Warhol.
Martedì 22 settembre il Villae Film Festival ospiterà la proiezione de Il sale della terra di Wim Wenders. Mercoledì 23 settembre è la vota di Jubilee, diretto da Derek Jarman, che sarà introdotto dalla critica cinematografica e presidente di Red Shoes, Anna Maria Pasetti.
Giovedì 24 settembre la giornalista cinematografica Giulia Bianconi presenta Milk, lungometraggio di Gus Van Sant. Il film Eisenstein in Messico, del poliedrico regista inglese Peter Greenaway è quindi protagonista della serata di venerdì 25 settembre. Sabato 26 settembre sarà proiettato Big Eyes, di Tim Burton, presentato dal critico, direttore artistico e documentarista Steve Della Casa.
Chiude il Villae Film Festival, domenica 27 settembre, La Ricotta, dal film a episodi Ro.Go.Pa.G. che sarà presentato dallo scrittore Francesco Crispino e dalla regista Giovanna Gagliardo. Pier Paolo Pasolini dirige Orson Welles, Mario Cipriani, Edmonda Aldini e Laura Betti in una storia ambientata alla periferia di Roma. Qui si sta girando un film sulla Passione di Cristo in stile manierista. La comparsa Stracci, che vive nelle borgate della città, durante la pausa porta il proprio cestino del pranzo ai familiari, riuscendo poi, con un travestimento, a farsene dare un altro per sé. Il cagnolino della diva protagonista, però, glielo divora. Si ricominciano le riprese. Stracci, affamato, interpreta il Ladrone Buono: per esigenze di scena deve essere crocifisso. Solo dopo tanti ciak riuscirà a procurarsi un po’ di ricotta. Ma la sua fame atavica avrà conseguenze terribili…