Corrado è un aspirante suicida che da Milano parte verso il Sud accompagnato da un ragazzo con la sindrome di Asperger abbandonato dal padre; Maria è un’ex carcerata con una figlia che ha cresciuto da sola e che deve partecipare a una gara di canottaggio in Salento. I quattro incroceranno le loro strade per un curioso scherzo del destino, formando una singolare e bizzarra famiglia, capace di trasformare in successo le loro rispettive sconfitte.
E’ davvero una piacevole sorpresaVengo anch’io, la commedia on the road scritta, diretta e interpretata dal duo comico Corrado Nuzzo e Maria Di Biase, noto per programmi televisivi e radiofonici di successo come Mai Dire Gol, Zelig, Quelli che il calcio e Black out.
Diversamente da altri loro colleghi, a cui il passaggio dal piccolo al grande schermo ha non poco nuociuto, Nuzzo/Di Biase dimostrano di avere le idee chiare, costruendo una sceneggiatura solida e niente affatto improvvisata, che rivela un riuscito equilibrio fra comicità e tenerezza.
Vengo anch’io è infatti un film molto divertente, grazie soprattutto agli irresistibili duetti fra i due protagonisti e al loro umorismo gustosamente surreale e politically uncorrect. Ma è anche un inno al diritto di essere felici e di sognare un futuro migliore, che riscatti dagli errori e dai drammi del passato.
La solitudine e l’angoscia lasciano, così, spazio ad una condivisione che profuma di vita, attraverso l’improvvisata costituzione di una famiglia disfunzionale e bizzarra, ma pronta a ricominciare.
La bravura del duo comico è quella di non calcare gli stereotipi (ma semmai di giocarci divertiti), evitando, inoltre, di ricorrere ai meccanismi televisivi o radiofonici a cui sono abituati.Vengo anch’io ha infatti la struttura e lo spirito del cinema e porta indubbiamente una ventata d’aria fresca nel panorama, non poco triste, della commedia italiana.
Il merito va in primis all’abilità e al garbo della scrittura e ai bravissimi attori, non solo a Nuzzo/Di Biase, ma anche ai giovani Cristel Caccetta e Gabriele Dentoni, che si adattano perfettamente ai tempi e alla verve del duo.
Si parla, così, di temi importanti come depressione, solitudine, emarginazione, integrazione, famiglia, riscatto senza mai prenderli sotto gamba, mettendo in scena, piuttosto, un abile “dramma comico” che si apre alla speranza.
Roberto Puntato