A quattro anni di distanza da Song ‘e Napule, i Manetti Bros. presentano in concorso a Venezia Ammore e malavita, bizzarro e divertente omaggio alla sceneggiata napoletana, accolto con ben 7 minuti di applausi.
Il film racconta la storia dei killer Ciro (Giampaolo Morelli) e Rosario (Raiz), al servizio del gangster Don Vincenzo (Carlo Buccirosso), soprannominato “O’ re do pesce”, e dell’astuta moglie Maria (Claudia Gerini). Una notte, la giovane infermiera Fatima (Serena Rossi) ha la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato, rischiando di far saltare un astuto piano che coinvolge Don Vincenzo. Spetterà al fedele Ciro eliminarla. Ma le cose prenderanno un’altra piega, perché tra i due risboccerà quel sentimento nato durante l’adolescenza. Ciro, così, non potrà che tradire l’amicizia con Don Vincenzo in nome dell’amore. Inizierà una lotta senza quartiere, tra i vicoli di Napoli.
È un film irresistibile Ammore e malavita, forse la vera sorpresa di questa 74ma edizione del festival di Venezia: un’opera caleidoscopica, cinefila, intelligente, che mescola i generi (musical, romantico, action, dramma, commedia) con una efficacia sorprendente. La Napoli vivissima e sopra le righe che racconta è finalmente lontana da ogni retorica sensazionalistica alla Gomorra: un luogo di bellezza, emozioni, contraddizioni, tragedie e sentimenti, raccontato con uno stile pop, travolgente e coloratissimo. Dialoghi, personaggi, attori e canzoni (testi di Aldo e Pivio De Scalzi, liriche di Nelson) sono assolutamente perfetti e destinati a diventare dei veri e propri cult. Un omaggio, libero e ricco di inventiva, a una città e al cinema popolare tutto.
In occasione della presentazione a Venezia, abbiamo incontrato i protagonisti e i registi del film.
ZS: Il vostro film ci ha ricordato “Tano da morire”, in cui Roberta Torre trattava la mafia con le armi della commedia musicale e del grottesco. Vi siete un po’ ispirati a questo genere?
MB: No, è un film che amiamo molto e per noi è un’istituzione. Tanto di cappello per Roberta, che stimiamo molto, ma il nostro è un approccio diverso. Il nostro film ci sembra piuttosto un’avvincente storia d’amore. Noi non siamo cinefili, siamo appassionati di cinema e vediamo solo i film che ci piacciono. Chiaro che facendo questo film a Napoli con musica e crimine abbiamo dovuto fare riferimento alla sceneggiata. La scintilla che ci ha fatto capire come questo tipo di musica avrebbe potuto funzionare.
ZS: Come avete reagito quando vi è stato comunicato che il vostro film sarebbe andato in concorso a Venezia?
MB: Un po’ di paura c’era. Prima del nostro, sono stati proiettati film drammatici più seri e forse più importanti. La paura alla fine fa parte del nostro lavoro.
ZS: Avete mai pensato di fare cinecomics?
MB: Sì ci abbiamo pensato, ma non è arrivata la proposta giusta.
ZS: Come la location può influenzare la scrittura di un vostro film?
MB: La location che abbiamo scelto è stata molto importante. Molte scene sono state scritte per quei particolari luoghi, fra cui alcuni sconosciuti come una villa arroccata. La Film Commission Campania è composta da persone che amano la città e che ci tengono a valorizzarla.
ZS: Avete tagliato delle scene in Ammore e Malavita?
MB: C’era un duetto tra Carlo Buccirosso e Claudia Gerini molto bello, ma sarà un extra che farà parte del dvd.
ZS: Per le due coppie protagoniste, come avete lavorato per rendere credibili le vostre alchimie?
SERENA ROSSI: Con Giampaolo è il terzo film che facciamo insieme; in Song’e Napule eravamo fratelli, poi coppia ne L’ispettore Coliandro. Non abbiamo timore a darci suggerimenti, non ci frequentiamo fuori dal set, ma c’è affetto sincero.
CLAUDIA GERINI: Siamo partiti da una scrittura con personaggi impeccabili, siamo entrati in questi costumi e abbiamo trovato un’alchimia spontanea. Quando vengono scritti bene, diventa tutto più semplice.
Roberto Puntato