Al cinema dal 17 febbraio prodotto da Sony Pictures e distribuito da Warner Bros. Italia
Premettendo che portare al cinema una saga videoludica amatissima e consolidata come quella di Uncharted non è certo impresa facile, il film di Ruben Fleischer riesce fortunatamente a non scontentare i fan, scegliendo di riscrivere le origini di Nathan Drake.
Dalle prime esplorazioni in compagnia del fratello Sam fino all’incontro con Sully e Chloe, il film si sforza di non essere un clone dei videogiochi, ma di regalare al pubblico una nuova storia, che pur strizzando l’occhio alla fonte, è sostanzialmente originale.
Aggiungendo interessanti spunti narrativi, ma senza mai uscire dai binari della saga, Uncharted risulta, così, adatto sia allo spettatore estraneo alle vicende dei videogiochi, sia a chi ne è un fedele appassionato.
Figlio, nonché palese debitore di Indiana Jones, Uncharted è un film dalla struttura lineare e compatta, che pur avendo un’impronta autonoma rispetto alla serie videoludica, allo stesso tempo attinge a piene mani dal suo sterminato materiale. Non mancano, infatti, numerosi easter egg alla fonte, così come alcune sequenze – quella dell’aereo su tutte – in cui sembra di essere totalmente immersi nel videogame.
Alla conferenza stampa romana di presentazione del film, Ruben Fleischer cita anche una serie di film e franchise che hanno in qualche modo influenzato lo spirito di Uncharted: da un classico come Il tesoro della Sierra Madre, a cult come i Goonies, Mission: Impossible, 007 e Star Wars. Quest’ultimo, in particolare, è stato d’ispirazione per il rapporto che si instaura tra Luke Skywalker e Han Solo, non così lontano da quello che nascerà tra Nate e Sully.
Uncharted, inoltre, fa esattamente quello il pubblico si aspetta che faccia, ovvero mescolare abilmente action e avventura per intrattenere e divertire. Ovviamente, per un film del genere, fondamentale è il comparto tecnico, capace di rendere affascinanti le ambientazioni e travolgenti le scene d’azione.
Tom Holland, uno degli attori più richiesti di Hollywood grazie alla trilogia di Spider-Man, mostra dell’indubbio carisma nei panni di un protagonista alle prese con la sua scatenata formazione, in bilico tra avventatezza e coraggio.
Particolarmente attento ai dettagli, Holland ha raccontato, alla conferenza stampa del film, che la difficoltà maggiore di entrare nei panni di Nathan Drake era legata alla fisicità. Nathan, infatti, è un personaggio dalla corporatura robusta e dai tratti meno fanciulleschi del Peter Parker di Spider-Man, per cui ha dovuto assumere una certa impostazione che per il periodo delle riprese l’ha caratterizzato anche fuori dal set. Tornato nelle vesti dell’Uomo Ragno, si è sentito dire di aver assunto un atteggiamento troppo adulto, così ha impiegato quasi due settimane per tornare nella parte.
Se buona è la caratterizzazione del protagonista, meno a fuoco è quella dei comprimari di Uncharted, che però non ne inficia la riuscita narrativa: ad affiancare Holland ci sono, infatti, Mark Wahlberg che interpreta Victor Sullivan, Sophia Ali nel ruolo di Chloe Frazer, e i cattivissimi Antonio Banderas come Santiago Moncada e Tati Gabrielle nei panni della sua scagnozza Braddock.
In sintesi, Uncharted è un giocattolone esagerato e adrenalinico, che farà la gioia degli amanti della CGI, ma anche di chi dal cinema cerca della sana e onesta spettacolarità. Con buona probabilità, sarà il capostipite di una saga avventurosa che ha tutte le carte in regola per appassionare il pubblico cinematografico per i prossimi anni.
Reana Angaroni