Una pièce tra performance e monologhi per la star della scena burlesque italiana. In scena mercoledì 2 e giovedì 3 febbraio 2022
Mercoledì 2 e giovedì 3 febbraio 2022 in Via Giulia è di scena l’antica arte dell’attesa, quella più seduttiva, ammaliante e ipnotica, di cui solo la femminilità è capace. Giulia Di Quilio è la protagonista di “Un Passato Senza Veli”, una pièce tra performance e monologhi, da cui provengono parole che “mettono a nudo” il corpo e il talento multiforme dell’attrice e performer Vesper Julie (al secolo Giulia Di Quilio).
Nota star della scena burlesque italiana e attrice di fiction e opere audiovisive, con “Un passato senza veli” Giulia rievoca un universo colorato e sensuale, sfuggente e affascinante, fatto di lustrini, piume, ventagli, lunghi guanti da sfilare lentamente, ma anche di censure, scandali, dimenticanze e grandi rinascite che costellano la storia dell’arte del burlesque.
Una serie di ritratti mobili di Dive sexy, imprevedibili, fuori dal comune, in bilico tra immedesimazione e ironico distacco, memoria polverosa e ricordo vivo, gioco di seduzione e Storia del costume.
Dalle due acerrime rivali Faith Bacon e Sally Rand – destini speculari di un’unica medaglia – al geniale opportunismo della leggendaria Gipsy Rose Lee, passando per la versione “senza veli” di Marylin creata dall’ineffabile Dixie Evans e da un’irrinunciabile omaggio alla “Rossa” per antonomasia: Rita Hayworth.
NOTE DI REGIA
Questo spettacolo nasce dalla scrittura del libro Eros e Burlesque, edito da Gremese nel 2016 a firma di Giulia Di Quilio. Durante lo studio preliminare su fonti prevalentemente americane (purtroppo le pubblicazioni italiane sul tema erano poche e generiche), l’autrice si è imbattuta in personaggi straordinari e, più approfondiva la ricerca, più queste figure parlavano e s’imponevano alla sua attenzione, collocandosi idealmente “al centro della scena”. Continuando a studiarle e a raccontarle, Giulia si immedesimava completamente in loro, ritrovando, tra le pieghe di quelle vite, le sue stesse difficoltà, gli stessi patimenti e gli stessi dubbi.
Il passato non le era mai sembrato così contemporaneo. Da qui, immediata, la voglia di portare in scena in forma di monologo, alcuni degli “incontri” in cui si era imbattuta, tentando – grazie alla sua doppia esperienza di attrice e di performer burlesque – una sintesi tra i due linguaggi.
Sola in scena per 80 minuti, Giulia racconta e rivive le storie di donne coraggiose, imprevedibili e, soprattutto, femministe ante-litteram: alcune di loro, con i soldi guadagnati in scena, riuscivano a mantenere più di un marito (che, puntualmente, veniva lasciato all’immancabile richiesta di “smettere di spogliarsi” per amor suo). Vere Dive marchiate con lo stigma di “stripper” in un mondo in cui la femmina, era perlopiù, casalinga, al massimo maestra o segretaria… Esistenze fuori dagli schemi che, con il proprio mestiere, riuscivano a raccontare dall’interno la femminilità, svelando a molti un immaginario profondo e potente, riscoperto e reinventato, nei primi anni 2000, dal movimento del “New Burlesque”, assunto a modello di emancipazione e di libera ricerca espressiva.