Marlo (Charlize Theron) ha più di quarant’anni, due figli e una terza in arrivo. Nonostante la presenza di un marito amorevole ma inefficiente, la donna rischia l’esaurimento nervoso, così, pur se con una certa riluttanza, accetta il consiglio del fratello di assumere una tata notturna. Alla sua porta si presenta la giovane, dolce ed energica Tully (Mackenzie Davis), che ben presto diventa un aiuto davvero indispensabile. Ma non tutto è come sembra.
Ennesimo tiro a segno, dopo Juno e Young Adult, della coppia formata dalla sceneggiatrice Diablo Cody e dal regista Jason Reitman,Tully sembra chiudere un’ideale trilogia sulla donna nella società e nella famiglia di oggi.
Affidandosi nuovamente a una straordinaria Charlize Theron, che come in Monster altera radicalmente il suo aspetto fisico, Tully analizza con sguardo sincero, e al contempo spietato, le difficoltà e le contraddizioni dell’essere mamma durante i primi mesi post gravidanza.
Attraverso la regia elegante e ritmata di Reitman e i dialoghi arguti e irresistibili di Cody, Tully mostra senza edulcorazioni l’immensa fatica della maternità e la nostalgia per quel passato di libertà e spensieratezza che ci si è lasciati alle spalle.
La Marlo della Theron è, infatti, alle prese con tutte quelle difficoltà che affliggono la vita delle madri di oggi, tra ristrettezze economiche, stress incessante, problemi coi figli, affievolimento della passione di coppia e accettazione del tempo che passa. La soluzione a tutti i problemi sembra, però, giungere da una giovane e miracolosa Mary Poppins del nuovo millennio, che si prenderà cura della nuova arrivata, della casa, e soprattutto di Marlo, restituendole il sonno, ma soprattutto parte della sua vita.
Perché se da un lato la protagonista vede in Tully tutto ciò che ha perduto e non potrà più tornare, dall’altro comprende quanto in realtà sia bella e preziosa la vita familiare che si è costruita, pur nella sua faticosa routine e nelle sue numerose difficoltà. E imparerà, inoltre, ad affrontare con onestà e senza vergogna i propri sentimenti, per quanto “mostruosi” possano sembrare a causa di un’immagine familiare stereotipata e ben poco realistica imposta dalla società.
Tully non potrà, quindi, che suscitare una genuina empatia in tutte le donne che si sono trovate a vivere la stessa condizione della protagonista, restituendo il quadro realistico, sfaccettato ed autentico di una maternità tutt’altro che idilliaca.
Mescolando efficacemente ironia ed emozione, Cody e Reitman ci regalano l’ennesimo gioiello, confermando la loro sorprendente capacità di scandagliare l’animo umano e di mostrare qualcosa che molti di noi conoscono bene, ma che raramente vediamo sullo schermo.
Alberto Leali