Venerdì 24 novembre prende il via il Torino Film Festival, giunto alla 35ma edizione: 169 film, 40 opere prime e seconde, 36 anteprime mondiali, 21 anteprime internazionali, 4 anteprime europee e 59 anteprime italiane.
La kermesse piemontese punta in alto, a partire dalla cupola della Mole Antonelliana che, dopo 10 anni, torna ad essere il palcoscenico della serata di inaugurazione.
Film di apertura del festival sarà Ricomincio da me di Richard Loncraine, con due mostri sacri come Imelda Staunton a Timothy Spall, che racconta amori ed emozioni della terza età. Tra i tanti titoli in concorso quest’anno, il lussemburghese Barrage di Laura Schroeder, con protagoniste Isabelle Huppert e la figlia Lolita Chammah, The Death of Stalin di Armando Iannucci, co-produzione anglo-francese, il portoghese A fabrica de nada di Pedro Pinho, Don’t Forget Me di Ram Nehari, inedita love story tra una ragazza anoressica e un suonatore di tuba, Bamy, horror del giapponese Jun Tanaka e l’italiano Blue Kids di Andrea Tagliaferri, fiaba dark prodotta da Matteo Garrone.
Interessantissima la sezione Festa Mobile che ospita i film italiani più attesi, da Francesca Comencini con Amori che non sanno stare al mondo, al terzo capitolo di Smetto quando voglio di Sydney Sibilia, dal curioso Tito e gli alieni, diretto da Paola Randi e interpretato da Valerio Mastandrea, all’attualissimo Balon di Pasquale Scimeca. Tra i titoli internazionali, Final Portrait di Stanley Tucci, con Geoffrey Rush nel ruolo dello scultore e pittore Alberto Giacometti; Dickens – L’uomo che inventò il Natale di Bharat Nalluri, con Christopher Plummer e Dan Stevens; Mary Shelley con protagonista Elle Fanning; Kings, dramma razziale con Halle Berry e Daniel Craig; L’ora più buia di Joe Wright, con Gary Oldman nel ruolo di Winston Churchill; A Taxi Driver, blockbuster coreano diretto da Hoon Jang e proposta sudcoreana ai prossimi Oscar; e i doc My life Story di Julien Temple, dedicato al leader dei Madness e Faithful, sull’icona anni Sessanta, diretto da Sandrine Bonnaire. Dai maggiori festival europei giungono invece: Un beau soleil interieur di Claire Denis, con protagonista Juliette Binoche; Tesnota del russo Kantemir Balagov; Wind River, western di Taylor Sheridan; What Happened to Monday di Tommy Wirkola con Noomi Rapace e Willem Dafoe.
Nell’immancabile sezione After Hours troviamo The Disaster Artist, l’attesissima nuova fatica di James Franco, sulla realizzazione di The Room, considerato il peggior film di sempre; gli horror Game of Death di Sebastien Landry e Laurence Morais e Kuso del rapper Flying Lotus; il musical psichedelico su Riccardo III Riccardo va all’inferno di Roberta Torre; il thriller fantasy Sequence Break di Graham Skipper e la serie horror Amazon Tokyo Vampire Hotel, diretta da Sion Sono.
Chiude la kermesse, l’applauditissimo The Florida Project, diretto da Sean Baker e interpretato da Willem Dafoe.
Il festival diretto da Emanuela Martini ha quest’anno come guest director Asia Argento, che si occuperà della miniretrospettiva AmeriKana: sei i titoli presentati, tra cui Stroszek di Werner Herzog, Paris Texas di Wim Wenders, Out of the Blue di Dennis Hopper e il suo Ingannevole è il cuore più di ogni cosa, tratto dal romanzo omonimo di J.T. Leroy (2004).
Al compositore Pino Donaggio sarà consegnato il Gran Premio Torino nella serata di mercoledì 29 novembre, prima di una proiezione di Vestito per uccidere di Brian De Palma; mentre a Notte italiana di Carlo Mazzacurati sarò dedicato un focus accompagnato dai produttori Nanni Moretti e Angelo Barbagallo per i 30 anni dall’uscita.
La giuria di quest’anno è presieduta dal regista cileno Pablo Larrain e composta da Isabella Ragonese, Petros Markaris, Santiago Mitre e Gillies MacKinnon.
Il poster ufficiale del festival è un fotogramma del film Una strega in Paradiso, in cui la splendida Kim Novak, in compagnia del gatto Cagliostro, seduce con gli occhi James Stewart (peraltro, quest’anno si aggiunge la sezione Non dire gatto…, dedicata a sei pellicole con protagoniste dei felini).
Alberto Leali