Girato in Sardegna, è ambientato nell’ex carcere San Sebastiano di Sassari. Al cinema dal 14 ottobre 2021
Presentato Fuori Concorso alla 78ma Mostra del Cinema di Venezia, il nuovo lungometraggio di Leonardo Di Costanzo dal titolo “ARIAFERMA” arriverà nelle nostre sale dal 14 ottobre 2021 distribuito da Vision Distribution.
Il film, scritto da Leonardo Di Costanzo, Bruno Oliviero e Valia Santella, vede per la prima volta insieme, protagonisti, Silvio Orlando e Toni Servillo.
Attorno a loro attori conosciuti come Fabrizio Ferracane (Nastro d’argento per Il Traditore di Marco Bellocchio), Salvatore Striano (Cesare deve morire dei fratelli Taviani) e un cast di volti nuovi, scoperti dal regista e formati in mesi di prove e laboratori.
Luca Bigazzi firma la fotografia, al montaggio Carlotta Cristiani, Xavier Lavorel al suono, scenografia di Luca Servino e costumi di Florence Emir.
“ARIAFERMA” è prodotto da tempesta / Carlo Cresto-Dina con Rai Cinema in coproduzione con Amka Film Productions (CH), RSI Radiotelevisione Svizzera / SRG SSR, con il sostegno di MIC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, dell’Ufficio federale della cultura (UFC), di Eurimages e il supporto della Sardegna Film Commission opera realizzata con il sostegno della Regione Lazio – Fondo Regionale per il Cinema e l’Audiovisivo
SINOSSI
Un vecchio carcere ottocentesco, situato in una zona impervia e imprecisata del territorio italiano, è in dismissione. Per problemi burocratici i trasferimenti si bloccano e una dozzina di detenuti con pochi agenti rimangono in attesa di nuove destinazioni. In un’atmosfera sospesa, le regole di separazione si allentano e tra gli uomini rimasti si intravedono nuove forme di relazioni.
COMMENTO DEL REGISTA
Il carcere di Mortana nella realtà non esiste: è un luogo immaginario, costruito dopo aver visitato molte carceri. Quasi ovunque abbiamo trovato grande disponibilità a parlare, a raccontarsi; è capitato che gli incontri coinvolgessero insieme agenti, direzione e qualche detenuto. Allora era facile che si creasse uno strano clima di convivialità, facevano quasi a gara nel raccontare storie. Si rideva anche. Poi, quando il convivio finiva, tutti rientravano nei loro ruoli e gli uomini in divisa, chiavi in mano, riaccompagnavano nelle celle gli altri, i detenuti. Di fronte a questo drastico ritorno alla realtà, noi esterni avvertivamo spaesamento. E proprio questo senso di spaesamento ha guidato la realizzazione del film: Ariaferma non è un film sulle condizioni delle carceri italiane. È forse un film sull’assurdità del carcere.