Il film del regista di Everest, Baltasar Kormákur, arriva al cinema dal 18 luglio, dopo ben 7 anni dalla sua realizzazione
The Deep porta sullo schermo ciò che in Islanda è ormai leggenda: lo strano caso, realmente accaduto nel 1984, di un uomo sopravvissuto al naufragio di un peschereccio nelle gelide acque dell’isola di Heimaey.
Un gruppo di pescatori blocca con le reti l’argano del suo peschereccio, che finisce così per rovesciarsi. Dell’equipaggio si salva solo un uomo, Gulli (Ólafur Darri Ólafsson), un tipo comune che diviene eroe nazionale e allo stesso tempo fenomeno scientifico.
Non poteva esserci regista migliore di Baltasar Kormákur (Everest, Resta con me) per raccontare questa incredibile storia di un uomo sopravvissuto all’implacabile mare islandese.
Se con Everest ci aveva immerso nella tragica cronaca della spedizione del ’96, con The Deep racconta la sfida tra un uomo “straordinariamente comune” e un Atlantico immenso, minaccioso e famelico.
Il cinema fisico ed emozionale di Kormákur mette da parte poeticismi, psicologia e messaggi metafisici per privilegiare i gesti e l’azione: aggrappandosi al corpo massiccio del bravissimo Ólafur Darri Ólafsson, racconta, così, un’umanità ferita dalla Storia che per restare a galla non può smettere di lottare.
I personaggi di The Deep, infatti, sono già state vittime di un’eruzione vulcanica che ha lasciato segni profondi nelle loro vite: saranno proprio le immagini di quel disastro, ancora vivide nella mente del protagonista, ad incoraggiarlo a non mollare.
Tenace e combattivo, ma al contempo fragile e sensibile, Gulli tocca il cuore con la purezza dello sguardo e la semplicità delle parole: lui, che ha sfidato le leggi di natura, è ora visto con sospetto da una comunità che non crede più nella scienza e nei miracoli.
Dei film di Kormákur visti finora sullo schermo, The Deep può considerarsi certamente il più riuscito, perché, lontano da enfasi e sentimentalismi, affonda le radici nella realtà islandese e nella sua più cruda quotidianità.
Finalmente al cinema, dopo 7 anni dalla sua realizzazione, grazie a Movies Inspired.
Roberto Puntato