Applausi e risate per un classico senza tempo che torna in palcoscenico dopo 35 anni dalla prima messa in scena. Scritto da Luigi Magni, musicato da Nicola Piovani e con la regia di Pietro Garinei
Enrico Brignano affronta una delle sfide più impegnative e ambiziose della sua carriera. I 7 re di Roma, spettacolo scritto da Luigi Magni e con le musiche di Nicola Piovani, messo in scena dallo stesso Brignano, è un grande omaggio alla Capitale, ma anche a nomi insigni dello spettacolo italiano, da Gigi Proietti, che proprio a teatro lo interpretò con notevole successo, a Pietro Garinei, che ne firmò la regia.
Raccogliendo, con indomito coraggio, il testimone di Proietti, Brignano si dimostra grande mattatore, interpretando ben 11 personaggi diversi e regalandoci la sua più completa e imponente prova in palcoscenico. Lo spettacolo mantiene, invece, la regia originale di Garinei, riuscendo a restituire la verve rocambolesca e la soave malinconia dell’ormai leggendario capostipite.
Cercando un equilibrio tra la tradizione e i tempi moderni, questo nuovo I 7 re di Roma è un adattamento rispettoso del precedente (il testo è curato da Manuela D’Angelo), ma più corrispondente ai gusti di oggi. A dimostrazione del fatto che, per quanto i tempi cambino, la natura umana resta sempre la stessa. D’altronde, com’è nella tradizione di Magni, già nell’originale non mancavano allusioni alla realtà del tempo (lo spettacolo è del 1989), in un continuo raffronto tra la contemporaneità e le origini leggendarie della Capitale. Colorato, ovviamente, da quell’ironia romana divenuta giustamente famosa in tutto il mondo.
Lo spettacolo, diretto al pubblico più trasversale, si dimostra pimpante e divertente, alternando travestimenti, balli, canti, miti e vicende storiche. Una compagnia armonica e brillante (tra cui spicca Simone Mori nel ruolo di Giano, ma che comprende anche Pasquale Bertucci, Lallo Circosta, Giovanna D’Angi, Ludovica Di Donato, Michele Marra, Ilaria Nestovito, Andrea Perrozzi, Andrea Pirolli, Emanuela Rei ed Elisabetta Tulli) supporta l’ammirevole lavoro trasformista di Brignano, creando sul palco un’allegria contagiosa.
Ottimo, inoltre, il comparto tecnico: dalle scene di Mauro Calzavara al disegno luci di Marco Lucarelli, dai costumi di Paolo Marcati alle coreografie di Thomas Signorelli.
Uno spettacolo piacevolissimo e senza un attimo di stanca, che si inserisce nel pieno della tradizione della commedia teatrale, attraverso un materiale e una messa in scena accurati e al contempo accattivanti. Ma soprattutto un’opera che trasporta lo spettatore alle origini della storia occidentale, facendo riflettere inevitabilmente sull’oggi e facendo trasparire lo spirito ribelle che anima da sempre il popolo di Roma.
Roberto Puntato