In scena dall’8 al 12 dicembre, il critico d’arte celebra il Sommo Poeta nell’anno del settecentenario dalla morte e il grande pittore che rivoluzionò l’arte medievale
Dopo Caravaggio, Michelangelo, Leonardo e Raffaello, Vittorio Sgarbi porta a teatro altri due grandi d’Italia, e stavolta insieme: Dante e Giotto.
Accomunati dal periodo storico in cui vissero, dalla loro patria (la Toscana) e soprattutto dall’amore, i due geni saranno raccontati da Sgarbi attraverso alcuni intramontabili canti della Divina Commedia (Paolo e Francesca, San Bernardo, San Francesco, Piccarda) e alcuni dei capolavori del celebre pittore (come L’Incontro di Anna e Gioacchino alla Porta d’Oro).
Perché, come afferma Sgarbi, “sono loro ad aver fatto l’Italia, ben prima di Garibaldi e dei Savoia; le loro opere hanno influenzato modelli stilistici, canoni filosofici, sociali e spirituali del loro tempo e sono tuttora per noi imprescindibili fondamenti”.
Nessuna divagazione politica – promette il critico d’arte più famoso d’Italia – , quello di Dante Giotto e l’amore sarà un viaggio tra spettacolo, lectio magistralis e pure visioni, per dimostrare come artisti antecedenti il nostro secolo abbiano fortemente inciso il modo di percepire il quotidiano in cui siamo immersi.
La nuova e ambiziosa sfida di Sgarbi nasce da un’idea di Sabrina Colle e sarà arricchita con le musiche composte ed eseguite da Valentino Corvino al violino e alla viola.
Alberto Leali