Una riflessione sul tempo e sull’amore dall’opera di Fitzgerald, diretta da Ferdinando Ceriani, dal 13 al 30 marzo
In una messinscena onirica e suggestiva, Giorgio Lupano interpreta la storia di un uomo che vive la sua esistenza al contrario, rendendo omaggio alla celebre opera di Francis Scott Fitzgerald. Dal 13 al 30 marzo, al Teatro Manzoni di Roma, il pubblico potrà immergersi nella straordinaria avventura del “Curioso Caso di Benjamin Button”, diretto da Ferdinando Ceriani.
Il protagonista, Nino Cotone, nasce nel corpo di un ottantenne e vive una vita al contrario, sperimentando l’infanzia come un anziano e la vecchiaia come un bambino. La sua è una esistenza fuori dalle convenzioni del tempo, e lui, nel racconto che attraversa il palcoscenico, desidera trasmettere la sua esperienza prima di dimenticarla, prima di svanire nell’eterno presente di chi non percepisce il passaggio del tempo. Con la sua valigia, in cui conserva i ricordi di una vita straordinaria, Nino si propone di raccontare la sua storia, cercando di eludere la tappa finale, quella che accomuna tutti gli esseri umani.
L’adattamento teatrale, a cura di Pino Tierno, rimane il più fedele possibile all’opera di Fitzgerald, utilizzando la voce narrante del protagonista, ma la storia è italianizzata e ambientata nel contesto storico del nostro Paese, dall’Unità d’Italia fino ai primi anni Sessanta. La messa in scena si arricchisce di suoni e melodie che riflettono gli eventi storici di quegli anni, dalle guerre mondiali al boom economico, creando un’atmosfera che gioca con l’onirico e l’immaginazione.
In questo viaggio, Lupano darà vita a numerosi personaggi, ognuno con movenze e caratteristiche proprie, riuscendo a passare con abilità dal comico al grottesco, fino al drammatico, e offrendo un’interpretazione che incarna la ricchezza della narrazione. Al fianco del protagonista, una figura femminile accompagna il suo cammino. Inizialmente sarà l’infermiera che lo assiste alla nascita, poi la balia che lo accudisce durante la sua infanzia. E al centro della storia non può mancare l’amore di Bettina, sua moglie, ma anche le passioni e le avventure vissute durante la sua maturità.
Come spiega il regista Ferdinando Ceriani, “Parola, musica, immagini, canzoni” sono gli elementi fondamentali per raccontare questa storia, dove il tempo non è più quello scandito dalle lancette dell’orologio, ma quello che nasce dal sentimento e dall’emozione. Un tempo che ci interroga sul senso dell’esistenza, che non si lascia confinare in schemi rigidi, come afferma Nino: “Non è mai troppo tardi, o nel mio caso troppo presto, per essere quello che vuoi essere”.
Un’opera che esplora le sfumature più intime e complesse della vita, facendoci riflettere su ciò che ci rende unici e speciali, anche quando il tempo sembra sfuggirci.
Carla Curatoli