23 produzioni su un cartellone di oltre 70 proposte complessive: sono i numeri della nuova stagione che declina la presa sul reale dal punto di vista sia contenutistico che formale
Il Teatro di Roma propone una nuova stagione di trasformazione e dal respiro europeo, con ben 23 produzioni su un cartellone di oltre 70 proposte.
C’È UN SOGNO CHE CI STA SOGNANDO è lo slogan di quest’anno: una promessa di viaggio, quello nei luoghi di un teatro vivo, aperto, avventuroso, desideroso di contemporaneità. Perché il Teatro di Roma vuol essere un teatro dell’adesso in ogni dove.
Impossibile citarli tutti, ma sono molti gli spettacoli imperdibili della nuova stagione dell’Argentina, a cominciare dal trittico dedicato a Primo Levi, aperto dal monologo musicale di Walter Malosti da Se questo è un uomo, e proseguito dal lavoro di Scarpa e Malosti su Il sistema periodico e dal reading-performance in più spazi, dall’India al Valle, di Se questo è Levi di Fanny&Alexander.
Due gli spettacoli dedicati ad Eduardo, La grande magia con regia di Lluis Pasqual e Sik Sik con Carlo Cecchi, ma spazio anche allo “spettacolo mondo” di Antonio Latella basato su La valle dell’Eden, uno dei capolavori di Steinbeck.
E ancora l’originalissima rilettura de Il giardino dei ciliegi di Alessandro Serra, dopo il successo di Macbettu, i nuovi spettacoli di Emma Dante (Misericordia), Roberto Herlitzka (interprete di Falstaff e il suo servo di Fano-Calenda), Filippo Dini (che dirige il suo primo Pirandello) e Alessandro Gassman (regista di Fronte del Porto).
Imperdibili anche Augusto di Alessandro Sciarroni (anche all’India con Turning), Orestes in Musul e La rivolta della dignità – Assemblea politica del gigante Milo Rau, e Imitation of life di Kornél Mundruczó, nome di punta della cinematografia internazionale.
Tornano alcuni grandi successi della passata stagione, da Ragazzi di vita e Un nemico del popolo di Massimo Popolizio (che porta in scena anche Furore di Steinbeck all’India) e When the rain stops falling nella appassionante lettura di Luisa Ferlazzo Natoli.
Notevole anche la stagione del Teatro India, a cominciare dal ritorno, dopo 43 anni, de La rivolta degli oggetti di Alessandra Vanzi, Marco Solari e del direttore Giorgio Barberio Corsetti, che guideranno tre nuovi e giovani interpreti. Ma anche di Reza Koohestani, che in Timeloss rivisita dopo 20 anni i personaggi che lo resero famoso, Eleonora Danco con l’attualissimo dEversivo, e del duo Deflorian/Tagliarini con Quasi Niente e il nuovo Chi ha ucciso mio padre di Edouard Louis.
E ancora Giorgina Pi con Wasted di Kate Tempest, Zimmerfrei col capitolo romano di Family affair e i curiosi esperimenti di Fabio Cherstich con un’Opera da tre soldi su un camion che viaggia tra le periferie di Roma e del Lazio, e soprattutto di Oceano Indiano, officina propulsore di creatività abitata da 5 artisti, Fabio Condemi, DOM- (Leonardo Delogu e Valerio Sirna), Industria Indipendente (Erika Z. Galli e Martina Ruggeri), Michele Di Stefano con mk e Muta Imago (Riccardo Fazi e Claudia Sorace), che reinventeranno gli spazi del teatro di sera in sera.
Tra le novità della nuova direzione dell’India, un originale spazio per i giovani spettatori con la rassegna Teatro per le nuove generazioni, che propone alcune tra le produzioni più interessanti del panorama internazionale, come L’après-midi d’un foehn dell’artista transgender Phia Ménard (in cartellone anche con altri due spettacoli) o lo studio sulle fiabe dell’antica tradizione giapponese di Chiara Guidi.
Il Teatro Torlonia diventa una casa della poesia vivente, con un’offerta di spettacoli che affianca la poesia dal vivo al teatro di parola; mentre il Teatro Valle apre la stagione con Triumphs and Laments, a cura di Daniele Spanò e Luca Brinchi, trasposizione in video dell’opera sui muraglioni del Lungotevere realizzata da William Kentridge e prosegue con Manicomio! Manicomio!, con cui Muta Imago coinvolge il pubblico nel reenactment della burrascosa prima dei Sei personaggi di Pirandello.
Tornano anche Grandi Pianure, il progetto sulla coreografia contemporanea affidata a Michele Di Stefano, il programma di Visite Animate alla scoperta dei luoghi segreti di Argentina, India, Torlonia e Valle e i cicli culturali di Luce sull’Archeologia, giunto alla VI edizione.
Infine si rinnovano le partnership del Teatro di Roma con Romaeuropa Festival, Short Theatre, Filarmonica di Roma e la collaborazione con l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico.
Alberto Leali