Sei volti e sei voci di donne, partigiane, mogli, figlie, che trasmettono sul palco in circa 70 minuti tutto il dolore, l’incomprensione, la rabbia, gli interrogativi, la disillusione di chi nel ’44 visse il terribile eccidio delle Fosse Ardeatine.
Il palcoscenico è spoglio, in primo piano troviamo sedute sulle loro sedie le sei protagoniste, che iniziano a raccontare come fiumi in piena, intervallandosi caoticamente, le loro personali esperienze. Donne che appartengono a classi sociali diverse, che hanno origini geografiche diverse, che hanno sensibilità e cultura diverse, che reagiscono, in maniera diversa, ad una tragedia comune che ha segnato per sempre i loro cammini.
Lo spettatore è ipnotizzato da quelle voci e quelle facce, è lì che cerca di cogliere ogni moto dell’anima e ogni ricordo che ormai è vivido e indelebile. Le attrici (Mia Benedetta, Bianca Nappi, Carlotta Natoli, Lunetta Savino, Simonetta Solder, Chiara Tomarelli) sono bravissime, le loro interpretazioni sono toccanti ed emozionanti e capaci di portare alla luce con forza e ardore un dramma che non può che toccare le corde emotive di chi ascolta.
Donne coraggiose e ammirevoli, che hanno, tutte e a loro modo, combattuto per andare avanti e che danno voce a tutte coloro che non hanno, invece, potuto raccontare.
Uno spettacolo che non andrebbe visto solo in occasione della giornata della memoria, ma che andrebbe impresso indelebilmente nelle teste di tutti. Dirige, con grandi sensibilità e finezza, Francesca Comencini.
Alberto Leali