L’ingresso a Hollywood di Stefano Sollima non delude certo le attese. Il regista di Suburra è infatti, con il suo cinema spettacolare, muscolare e spietato, perfettamente a suo agio con i canoni americani.
Soldado è il sequel di Sicario, il film diretto nel 2015 da Denis Villeneuve, con cui, in realtà, e per fortuna, ha ben poco in comune, se non gli straordinari protagonisti Josh Brolin e Benicio del Toro.
Dopo un cruento attacco terroristico a Kansas City, il governo statunitense ordina all’agente della CIA Matt Graver (Brolin) di adottare misure straordinarie contro il cartello messicano, sospettato di trasportare illegalmente i terroristi lungo il confine. Graver decide, allora, di alimentare una guerra fra clan rivali, ma per farlo ha bisogno di una sua vecchia conoscenza, Alejandro Gillick (del Toro). I due si accordano, così, per uccidere l’importante esponente di un clan e per sequestrare la giovane Isabel Reyes (la brava Isabela Moner), figlia del potente leader di un’organizzazione rivale. Comincia, così, una guerra senza esclusione di colpi lungo il confine fra Messico e Stati Uniti, dove diventa sempre più difficile distinguere il bene dal male.
Soldado alza il tiro rispetto a Sicario, concentrandosi, oltre che sul traffico di stupefacenti, anche sulla tratta di esseri umani e sul terrorismo internazionale, legandoli, ovviamente, all’attualità trumpiana. Nichilista e disperato come l’opera di Villeneuve, Soldado è un film in cui l’etica non esiste e che ci fa immergere nei lati più ambigui ed oscuri dell’animo umano: tutti i personaggi sono infatti degli anti-eroi che oltrepassano continuamente il fin troppo labile confine fra il bene e il male.
Se la sceneggiatura, firmata dal cantore della frontiera americana Taylor Sheridan, non è sempre capace di amalgamare al meglio le varie linee narrative, dando l’impressione di trovarci di fronte a due o tre film diversi messi insieme, è indubbio che Soldado regali poco più di due ore di pura adrenalina, tenendo sempre altissima la tensione, grazie soprattutto allo straordinario talento registico di Sollima. Ma anche per merito di una vicenda che muta continuamente percorso, mescolando abilmente inganno, menzogna, corruzione, avidità, rabbia e vendetta.
In sintesi, un film solido e messo in scena con grande mestiere, che ha il pregio di riprendere le atmosfere di Sicario senza rimanerne ingabbiato, manifestando, piuttosto, un’ammirevole personalità. Un film che certamente conquisterà il box office e che, come lascerebbe presagire il finale, si apre a un vero e proprio franchise. Al cinema dal 18 ottobre con 01 Distribution.
Roberto Puntato