Testo e regia di Luca De Bei, nel cast anche Mauro Conte. Dal 26 ottobre al 14 novembre
Slot, ovvero il potere del gioco, il potere del brivido e dell’adrenalina, il potere della seduzione di una scatola “magica” che produce suoni e luci e che promette una vita diversa, una vita migliore, una vita da cui sono bandite le difficoltà economiche e i problemi di tutti i giorni.
Queste macchine da gioco attirano le nuove falene: donne che non riescono ad accettare la solitudine, il tempo che passa, la crisi dei rapporti con mariti, figli, amicizie.
Al Teatro Manzoni di Roma questa delicata tematica è al centro di “Slot” , il nuovo spettacolo con Paola Quattrini, Paola Barale e Mauro Conte, scritto e diretto da Luca De Bei e in scena dal 26 ottobre al 14 novembre.
Sulla scena tre personaggi che si incrociano e talvolta si scontrano, perché ognuno in fondo è la vittima dell’altro ed è conseguentemente anche il carnefice. Trovare un equilibrio sembra un percorso arduo e complicato per i protagonisti, desiderosi però di riuscire a riconquistare la vera essenza della vita.
Uno spettacolo frizzante, con dialoghi serrati e dal ritmo decisamente vivace, impreziosito da numerosi colpi di scena, capace di esplorare l’animo umano in profondità, andando a sfiorare le intimità di una famiglia alla deriva, “ostaggio” di quel male oscuro che regala false illusioni per poi attirare in una sorta di trappola, come un tunnel senza via d’uscita. I rapporti spesso si complicano, ma è proprio questo il bello: a volte una relazione che sembra impossibile si può modificare in qualcosa di speciale, in grado di restituire la speranza di un cambiamento … quello vero.
LA TRAMA DELLO SPETTACOLO
Alessandra è una di queste donne, caduta nella trappola del gioco d’azzardo. Come molti giocatori, Alessandra non si rende conto del vortice in cui è precipitata. E’ convinta di poter dominare la sua voglia di giocare, che però le ha prosciugato i risparmi, le energie, il sonno.
Alessandra gioca per vincere, poi per sentirsi viva, poi solo per sentire il rumore delle monete che cadono nella vaschetta delle macchinette. A cercare di risvegliarla, di farle vedere la realtà, è prima di tutto il figlio Francesco. Nel tentare di aiutare la madre, Francesco si rende
conto di come i giocatori siano soli, abbandonati dalle istituzioni, schiavi della Grande Seduzione, della Pericolosa Malìa, un potere tanto forte quanto occulto.
Alessandra è una donna solare, un po’ infantile, ironica ed è proprio questo suo carattere che impedisce agli altri di vedere la disperazione in fondo al suo animo. Ma Francesco ha avuto problemi di dipendenza da droghe e alcool e ne è uscito: ecco perché riesce a intuire i problemi della madre e non crede alla sua allegria un po’ artefatta, alle sue bugie, ai suoi sogni di carta.
Ad aiutare Alessandra in questo percorso ci sarà però – incredibilmente – anche Giada, la nuova donna del suo ex marito. Vista in un primo tempo come una rivale (tanto più pericolosa in quanto più giovane di lei, oltre che ancora avvenente) e addirittura causa della sua depressione e dipendenza dal gioco, la donna diviene inaspettatamente per Alessandra un’amica. Grazie a lei, Alessandra scoprirà la forza della solidarietà femminile (il nemico comune? L’ex marito di Alessandra, ovviamente, che le ha tradite entrambe).
Attraverso una presa di coscienza profonda, Alessandra troverà finalmente il coraggio per guardare schiettamente i suoi problemi e iniziare un percorso di risalita.