Protagoniste le giovani Mia Threapleton, Lola Petticrew e Saskia Reeves
SHADOWS di Carlo Lavagna sarà disponibile sulle piattaforme on demand a partire dal 19 novembre (Sky Primafila, Chili, Google Play, Apple iTunes, CG Digital, Rakuten TV, The Film Club, Timvision, Infinity, Io resto in sala).
Il film, secondo lungometraggio di Lavagna dopo il premiato Arianna, vede come protagoniste le giovani Mia Threapleton (Le regole del caos di Alan Rickman), Lola Petticrew (A Bump along the way di Shelly Love) e Saskia Reeves (Luther – Serie tv diretta da Brian Kirk; Nymphomaniac di Lars von Trier) in un teso thriller psicologico.
SHADOWS, scritto da Fabio Mollo, Damiano Bruè, Vanessa Picciarelli e Tiziana Triana, è prodotto da Andrea Paris e Matteo Rovere, una produzione Ascent Film con Rai Cinema, in coproduzione con Feline Films, con il contributo del MiBACT, in associazione con Fís Éireann / Screen Ireland, distribuito da Vision Distribution.
Sinossi
Alma e Alex sono due sorelle adolescenti che vivono nascoste nell’oscurità dei boschi, in un vecchio hotel abbandonato, con la loro Madre, una donna severa che le protegge dalle misteriose insidie del mondo esterno. Ma con il passare del tempo inizia a farsi spazio nelle due ragazze una nuova consapevolezza che le porterà a infrangere le regole, spezzando l’apparente equilibrio delle loro vite e portando alla luce un inquietante segreto.
Note di regia
Shadows combina il thriller psicologico, la sospensione tipica dei film post-apocalittici e note da romanzo di formazione. È un film che cerca la propria originalità sia nella commistione di questi diversi generi sia nel modo in cui questi si intrecciano a tematiche più intime e profonde come l’Edipo, la menzogna come matrice di mondi paralleli, l’identità.
Il nucleo principale gira intorno al tema del rapporto madre-figlia in una condizione di isolamento in cui la reciproca dipendenza prende sfumature psicotico-ossessive. Il film ha anche un livello ulteriore che riguarda l’importanza dell’immaginazione come strumento di difesa ed evasione da un ambiente ostile.
Ho deciso di ambientare la vicenda in un albergo anni Settanta abbandonato al centro di un bosco impenetrabile. L’ambizione era di creare un immaginario in cui collassassero la fiaba e il cinema sperimentale, Hansel e Gretel e Don’t Look Now, ma anche i film di fantascienza italiani da Ferreri a Petri e il “libero rigore” espressivo di Altman.