Il film, diretto da Elisa Fuksas, sarà al cinema dal 24 febbraio distribuito da I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection
Raccontare una personalità complessa ed esuberante come quella di Ornella Vanoni, tra le più grandi interpreti della musica leggera italiana, non è certo impresa da poco.
Ci prova, con risultati felici, Elisa Fuksas nel suo documentario Senza Fine, tutto ambientato nell’elegante struttura termale dell’Health Clinic & Grand Hotel di Castrocaro. La Fuksas non nasconde le difficoltà che ha incontrato nel progetto, a causa dell’imprevedibilità della sua protagonista, signora ironica, affilata e sfuggente del nostro spettacolo.
Lo sguardo della regista, però, è sempre pieno di amore e gratitudine verso quella creatura speciale e multiforme, che le ha concesso anche solo una piccola parte di ciò che avrebbe voluto.
Tra bagni in piscina, ricordi, scambi di battute, accenni di canzoni e visite di amici, Ornella si abbandona a piccole confidenze e a intimi silenzi, che la Fuksas cattura con sensibilità e intelligenza.
Interessante, inoltre, la scelta di alternare i monologhi brillanti della protagonista a dialoghi – non solo verbali, ma soprattutto musicali – con alcuni artisti amici come Capossella, Freu e Bersani.
Questi momenti – a volte rubati a volte più programmatici – vanno ad aggiungersi agli immancabili filmati di repertorio: il risultato è un documentario che mescola ironia e malinconia senza mai risultare meramente celebrativo. Ma soprattutto un ritratto di donna e di artista sincero e non convenzionale, in cui la Fuksas fa convivere realismo e onirismo, cercando di cogliere alcune delle molte sfumature di quella che descrive come una fascinosa creatura marina che si lascia ammirare, ma resta irraggiungibile.
In tal senso, fondamentale è l’apporto della bella fotografia di Simone D’Arcangelo e di Emanuele Zarlenga, che cattura immagini di puro lirismo, che ben si sposano con lo stile di regia scelto dalla Fuksas.
Chi si aspetta, pertanto, un film che raccolga la personalità poliedrica e straripante della Vanoni rimarrà probabilmente deluso, gli altri, invece, si lasceranno catturare dal fascino di un’opera che resta quasi sospesa e che accarezza con amore e rispetto la sua inafferrabile protagonista.
Roberto Puntato