Evento unico al cinema il 31 gennaio, l’1 e il 2 febbraio distribuito da Eagle Pictures
Con Sempre più bello si conclude la trilogia che ha lanciato nel nostro panorama cinematografico un curioso e convincente esempio di teen dramedy all’italiana.
Iniziata con il film diretto da Alice Filippi, Sul più bello (2020), e proseguita con Ancora più bello (2022) diretto da Claudio Norza, la trilogia saluta il suo pubblico con un capitolo che prosegue sulla falsariga dei precedenti, con la protagonista Marta alle prese con amore, amici e malattia.
Il film inizia, infatti, con l’Amélie di Ludovica Francesconi che esce dalla sala operatoria dopo il trapianto di polmoni che finalmente può porre fine alla mucoviscidosi, il male contro cui combatte da sempre. Adesso, la ragazza può dedicarsi appieno alla sua vita, prendendo casa con il suo ragazzo Gabriele (Giancarlo Commare) e lasciando quella condivisa con gli inseparabili amici Jacopo e Federica (Jozef Gjura e Gaja Masciale).
Oltre a Marta, però Sempre più bello decide di concentrarsi sui personaggi collaterali della saga, dai già citati Jacopo e Federica, che vivono una curiosa quanta inattesa esperienza di genitorialità, all’influencer Rebecca (Jenny De Nucci) e al suo ragazzo Giacomo (Riccardo Niceforo), il cui amore viene messo in crisi da gelosie social e colpi bassi.
Fa il suo ingresso nella saga, invece, la figura della nonna di Marta (Drusilla Foer), una donna ruvida e misteriosa da cui la ragazza si è bruscamente allontanata per un motivo legato al passato. Mentre la componente lgbtq+ ha il suo fulcro nella nascente love story tra Jacopo e il giovane e affascinante medico che ha in cura Marta, interpretato da Diego Giangrasso.
Pur mantenendo la freschezza e la leggerezza dei due capitoli precedenti, grazie soprattutto a un cast giovane e ben assortito, Sempre più bello si dimostra, però, il film meno riuscito della saga, a seguito di scelte narrative poco ispirate.
L’impressione è che si sia voluto allungare un po’ troppo il brodo, essendoci non molto da aggiungere alla storia di Marta e dei suoi amici e infarcendola, così, di sottotrame di scarso interesse. Poco felici, infatti, risultano tutte le storyline riguardanti i personaggi collaterali, così come statica e troppo virata al dramma è quella che vede protagonisti Marta e Gabriele. Difetti riscontrabili, in realtà, anche nel secondo capitolo, ma che pesano maggiormente su un finale da cui ci si aspettava, forse, maggior coraggio e originalità, quelli che ci avevano fatto apprezzare il primo film.
Francesca Chiara Sinno