Leonardo Giustini (Leonardo Pieraccioni), giornalista specializzato in tecnologia e innovazione per il web, è divorziato dalla moglie Benedetta (Claudia Pandolfi) e ha una figlia quindicenne, Yolanda (Mariasole Pollio). Quest’ultima, stanca di vederlo impigrirsi e senza una donna al suo fianco, decide di contattare, tramite l’indirizzo mail di suo padre, tutte le sue ex per chiedere loro di riprovarci. Gli esiti saranno imprevedibili, ma porteranno Leonardo a comprendere cosa voglia dire davvero amare.
Se son rose è una vera e propria summa del mondo filmico di Leonardo Pieraccioni, che decide di chiudere i conti con la commedia sentimentale dopo averla declinata in tutte le sue possibili varianti.
Dopo aver raccontato, infatti, la crisi dei 30enni, la chimera del matrimonio e dell’amore eterno, l’attore e regista toscano, superati i 50, fa ora il punto della situazione, riscoprendo una freschezza che mancava a molti dei suoi lavori precedenti.
E ci riesce con una storia “quasi vera”, in cui mette dentro tutte le donne della sua vita e fa un bilancio di ciò che gli hanno lasciato e hanno significato per lui.
I temi di Se son rose non sono certo nuovi, ma amalgamati in maniera efficace, grazie a un’ironia gentile e non priva di nostalgia e ad otto donne brave e un po’ matte. Il messaggio è che non bisogna mai chiudersi ai sentimenti, che le minestre riscaldate non funzionano e che l’amore che dura per sempre è quello per i propri figli (non a caso il film segna il debutto della vera figlia del regista, Martina).
Rispetto ad altri lavori di Pieraccioni, qui la qualità del copione è decisamente più alta, articolata e meno favolistica (soggetto e sceneggiatura sono firmati assieme a Filippo Bologna), grazie anche alla scelta di attingere a piene mani dalle proprie esperienze personali, giungendo a un’evidente sincerità d’approccio.
Se son rose è dunque una commedia godibile e spesso divertente, firmata da un autore che si è sempre mostrato generoso verso le donne e che non perde occasione di omaggiarle attraverso ritratti gustosi: la “elettrica” Elettra di Gabriella Pession, la comprensiva Fabiola di Claudia Pandolfi (ispirata a Laura Torrisi, ultima ex del regista), la suora laica di Caterina Murino, la “trombamica” speciale di Elena Cucci, la Fioretta in trasformazione di Antonia Truppo, la navigata e smemorata Angelica di Michela Andreozzi e la saggia e preziosa Signora Coccia di Nunzia Schiano.
C’è spazio anche per un divertente cameo di Vincenzo Salemme e per il curioso personaggio di Gianluca Guidi, simbolo della possibilità di una famiglia felicemente allargata. Dal 29 novembre al cinema distribuito da Medusa.
Alberto Leali