Uno dei lavori più noti di Ingmar Bergman trasportato nella Roma degli anni Sessanta
Dal 5 al 17 novembre al Teatro Eliseo la pièce Scene da un matrimonio con Julia Vysotskaya e Federico Vanni per la regia di Andrei Konchalovsky, alla sua seconda regia italiana per lo Stabile di Napoli dopo La Bisbetica Domata.
Uno dei film più noti di Ingmar Bergman, inizialmente girato per la televisione in sei episodi della durata complessiva di trecento minuti, uscì al cinema nel 1973 in una versione di 167 minuti, consentendo al vasto pubblico dell’epoca di verificare come il dizionario delle gioie e delle difficoltà della vita coniugale finisse con l’utilizzare termini comuni a tutte le latitudini.
Il non detto di Marianne e Johan – una coppia apparentemente felice che Konchalovsky trasporta nella Roma degli anni Sessanta rinominandoli Milenka e Giovanni – finisce con l’esplodere con violenza in seguito alla decisione di lui di abbandonare la moglie per una studentessa. Ciò nonostante Giovanni si rivela come una persona estremamente fragile, vittima delle proprie pulsioni e di un perbenismo fino a quel momento autoimposto.
Chi in definitiva riesce ad avere una tenuta più a lungo termine (nonostante l’ansia, le suppliche e gli incubi) finisce con l’essere Milenka nei confronti della quale l’ormai ex marito vorrebbe continuare a mantenere una forma assurda di possesso non concedendole il divorzio, geloso dei rapporti con altri uomini da lei a sua volta instaurati.
Andrei Konchalovsky è nato a Mosca nel 1937 in una famiglia aristocratica dalle consolidate tradizioni artistiche. Fratello maggiore di Nikita Michalkov, uno dei più noti registi cinematografici russi, è stato sceneggiatore di due capolavori di Andrej Tarkovskij come L’infanzia di Ivan e Andrej Rublëv; a Hollywood ha girato film interpretati da Kurt Russel, Isabella Rossellini, Sylvester Stallone, Nastassja Kinski; a teatro ha diretto Juliette Binoche in Il Gabbiano.