La prima docu-serie originale italiana Netflix sarà disponibile dal 30 dicembre
SanPa: Luci e Tenebre di San Patrignano è la prima docu-serie originale italiana Netflix e sarà disponibile dal 30 dicembre in 190 Paesi.
SanPa: Luci e Tenebre di San Patrignano ripercorre il ventennio di gestione della comunità da parte di Vincenzo Muccioli, dalle origini, nel 1978, fino al 1995, anno della sua morte, e il contesto sociale, economico e politico in cui l’Italia si trovava in quel periodo.
La piaga dell’eroina che, in quegli anni, ha spezzato un’intera generazione e la volontà di Vincenzo Muccioli di trovare una soluzione a questo problema e di salvare la vita di moltissimi ragazzi e ragazze, si alternano alla bufera mediatica e processuale che, a qualche anno dalla fondazione, ha investito Muccioli e la comunità per le modalità con cui i pazienti venivano tenuti lontani dalle droghe. Un’occasione per ripercorrere, o per scoprire, una storia che ha segnato un’epoca del nostro Paese.
La docu-serie è stata realizzata attraverso 25 testimonianze, 1
La regia è di Cosima Spender (Palio, Premio Miglior Montaggio al Tribeca Film Festival 2015). Una Produzione 42. Sviluppato, scritto e prodotto da Gianluca Neri. Prodotto da Nicola Allieta,Andrea Romeo, Christine Reinhold. Oltre a Gianluca Neri gli autori sono Carlo Gabardini ePaolo Bernardelli. La supervisione al montaggio è di Valerio Bonelli (Philomena, Palio, Dar
SINOSSI
SanPa: Luci e Tenebre di San Patrignano racconta l’origine della comunità di recupero per tossicodipendenti fondata, nel 1978, da Vincenzo Muccioli, uomo carismatico che creò quello che era destinato a diventare il più grande centro di riabilitazione per tossicodipendenti in Europa. Le testimonianze, che si alternano nella docu-serie a materiale d’archivio, ripercorrono le vicende che hanno caratterizzato la storia della comunità e del suo fondatore. Uomo amato per i valori che rappresentava, come la lotta contro l’emarginazione, la speranza di un recupero, di un reintegro nella società e di una vita migliore per migliaia di ragazzi e ragazze che negli anni hanno affollato la comunità di San Patrignano, ma anche contestato per i metodi utilizzati per tenere i tossicodipendenti lontani dalle droghe, come ad esempio l’uso delle catene.