Dal 10 al 13 aprile 2025, un viaggio nell’anima del teatro, tra fragilità e ricerca del significato
Dal 10 al 13 aprile 2025, il TeatroBasilica ospita SAGOMA – monologo per luce sola, un’intensa e poetica performance che esplora le difficoltà e le sfide dell’essere attore. Scritto da Fabio Pisano, lo spettacolo vede in scena Nando Paone, accompagnato da Matteo Biccari, con la regia e le luci affidate a Davide Iodice. La produzione è firmata Artgarage – Teatro, con la collaborazione di Francesco Guardascione e Francesco Piciocchi, e l’organizzazione e comunicazione di Gabriella Diliberto.
SAGOMA è uno spettacolo che si svolge in un’unica luce, un faro che illumina solo ciò che è necessario per raccontare la storia, mettendo in primo piano non solo i protagonisti, ma anche le ombre che li circondano. Il titolo stesso del monologo, Sagoma, rimanda all’idea di una figura indefinita, priva di tratti distintivi, che esprime una condizione universale di fragilità e di ricerca.
In scena, Paone interpreta un attore che, insieme a un tecnico luci (interpretato da Biccari), è rinchiuso in un teatro senza tempo, in continua ricerca del controluce perfetto. Le due figure, una appesa su una scala e l’altra sul palco, rappresentano la precarietà e la solitudine di chi vive nel mondo del teatro, un mestiere dove l’abissale confine tra successo e fallimento è solo un passo oltre il segno fisso. In questo spazio, la ricerca di un significato, sia personale che artistico, si intreccia con la necessità di dare senso a un’esistenza che sembra fluttuare nell’indefinito.
La regia di Davide Iodice, con la sua straordinaria attenzione alla luce e alla sua interazione con le emozioni dei personaggi, scarnifica il meccanismo teatrale per offrire al pubblico una riflessione sul teatro stesso, sulla sua urgenza e sulla fragilità di chi lo fa vivere. Le luci, in particolare, diventano un elemento essenziale dello spettacolo, in grado di rappresentare il conflitto tra visibilità e invisibilità, tra la ricerca di un significato e il timore di non trovarlo mai.
Nando Paone, che torna a lavorare con Iodice e Pisano dopo Hospes-itis, offre una performance delicata e intensa, che ricorda le figure di Keaton e Beckett. Il suo personaggio è una “sagoma” leggera, poetica, che sfida le convenzioni del teatro tradizionale per cercare una vera emozione, lontana dalle consolazioni rassicuranti del “già noto”. L’attore, come la sua figura sulla scena, sembra essere sospeso tra il visibile e l’invisibile, tra la certezza di esistere e il dubbio sul senso della sua esistenza.
SAGOMA non è solo uno spettacolo, ma una riflessione profonda sul teatro, sulla sua natura efimera e sulla necessità di andare oltre l’apparenza. La ricerca di un controluce perfetto diventa una metafora della ricerca di una verità autentica, che ogni attore, ogni artista, tenta di afferrare in un mondo che sembra sempre più distante dalla sua essenza originaria.
SAGOMA invita il pubblico a immergersi in un’esperienza teatrale unica, dove la luce non è solo una tecnica, ma il veicolo di una narrazione che parla di solitudine, di sogni e di una ricerca incessante di senso. Un viaggio nell’anima del teatro, che non lascia indifferenti e che, come una sagoma, resterà impressa nella memoria.
Roberto Puntato