The Party, la tragicomedy della regista britannica Sally Potter, presentato tra gli Eventi speciali della 12a Festa del Cinema di Roma, approda nelle sale italiane l’8 febbraio
The Party, presentato in concorso alla 67ª edizione del Festival di Berlino dove si è aggiudicato il Guild Film Prize, e sbarcato a Roma alla Festa del Cinema nella Sezione Eventi Speciali, arriva finalmente al cinema l’8 febbraio con Academy Two.
Un’opera divertentissima e arguta, cinica e intrisa di irresistibile humor britannico: Sally Potter descrive con ironica spietatezza la classe media britannica, servendosi di un cast strepitoso e di uno script dall’impianto teatrale, illuminato da dialoghi taglienti.
“Penso che Harold Pinter, John Osborne Samuel Beckett e tutta quella generazione di autori di teatro e commedia americani che descrivono personaggi che devono affrontare le complesse vicende della vita, mi abbiano molto influenzato – afferma la Potter – L’ambiguità di questi personaggi appartiene anche a quelli del mio film. Inoltre sono stata aiutata da un cast strepitoso. E’ stato un onore girare con attori come Kristin Scott Thomas, Bruno Ganz, Patricia Clarkson, Cillian Murphy, Emily Mortimer. E soprattutto con un grande Thimothy Spall. Spall è una persona divertente nella vita, fa sempre battute e ridiamo molto insieme. E’ una persone umile, tenera, modesta, non convenzionale”.
Lo spazio limitato di un appartamento, sette indimenticabili personaggi e tanti, tantissimi segreti con conseguenti bugie. Janet e Bill sono una coppia che organizza un party nella loro casa di Londra con gli amici più intimi: si festeggia la nomina di Jane come ministro del governo ombra. Bill fa però due rivelazioni che fanno prendere alla serata una brutta piega e tutti i presenti iniziano a mettere in discussione amore, amicizia e opinioni politiche.
“The party è stato pensato come film e non come pièce teatrale. Volevo una macchina da presa che si muovesse velocemente in un ambiente circoscritto, con dei primi piani sugli attori e con dei corpi che si muovevano. Molti, vedendo il film, mi hanno detto che sarebbe bello proporre anche una versione teatrale. Ci sto pensando”.
Girato in un’elegante e intenso bianco e nero, The party appassiona nel suo irresistibile gioco al massacro, che racchiude in 71 minuti di durata, intricati conflitti personali e sociali.
“Ho scelto il bianco e nero per la sua essenzialità, in alcuni contesti funziona meglio. E poi tutti i film più “classici” sono girati così. E’ stata una scelta un po’ perversa e autolesionista la mia, perché quando propongo un film in b/n a un produttore, tutti di solito si rifiutano. Inoltre, ho voluto fare un film di genere, senza stereotipi o cliché. Ho cercato di descrivere personaggi che conosco. Degli esseri umani complicati”
Roberto Puntato