Cercando Camille, l’on the road di Bindu De Stoppani alla Festa del Cinema di Roma in concorso nella sezione Alice nella città. Un viaggio alla ricerca del passato, della memoria ma anche di un nuovo cammino per il futuro
Cercando Camille della regista italo-svizzera Bindu De Stoppani, giunge in concorso nella sezione Alice nella Città della Festa del Cinema di Roma. Un film leggero e sensibile, che ha per protagonisti una figlia ed un padre in viaggio a bordo di un camper verso la Bosnia, alla ricerca dell’oscuro passato dell’uomo. Il protagonista Edoardo infatti ha l’Alzheimer e la sua memoria è confusa: la sua ricerca di una certa Camille, che è lo stesso nome di sua figlia, è diventata un’ossessione. Camille non accetta però di ricoverarlo in una casa di cura e fa di tutto per aiutare suo padre a trovare la misteriosa donna, scovando nel suo passato da corrispondente di guerra.
“Non volevo fare un film sulla guerra, ma sulla memoria – afferma la regista – perché, alla fine, tutti noi abbiamo l’Alzheimer e ci ricordiamo ciò che ci fa più comodo, per paura di affrontare una realtà delle cose che spesso non ci piace. La differenza, però, è che noi spesso dimentichiamo, ma la Bosnia no, ha sempre impresso nella memoria il ricordo della guerra”.
Il viaggio sarà catartico per entrambi: la candida e repressa Camille scoprirà aspetti della sua personalità fino ad allora rimasti celati per paura e insicurezza; Edoardo, burbero e imprevedibile, riuscirà a mettere ordine nelle sue smarrite memorie.
“Non è stato difficile calarmi nella parte – afferma Luigi Diberti, che interpreta Edoardo – perché Bindu ha trattato il mio ruolo in sede di sceneggiatura come una persona normale e non come un malato. Questo mi ha permesso di far emergere aspetti della personalità di Edoardo che in realtà sono comuni a molte persone. Come accade a molti padri, ad esempio, Edoardo non è sempre capace di dare affetto, pur amando moltissimo sua figlia Camille. Alcuni suoi gesti sono importanti, ma non vengono letti alla stessa maniera dalla figlia, che ha sofferto in gioventù per la sua assenza e che vorrebbe ripristinare un rapporto solido col genitore, nonostante le difficoltà della sua malattia”.
Accanto Luigi Diberti, bravissimo nel calarsi del ruolo di Edoardo, c’è Anna Ferzetti, che dà volto e anima a una Camille estremamente riuscita. L’alchimia fra i due attori aiuta ad appassionarsi alle loro vicende e ad affezionarsi ai loro personaggi, due buffi, strampalati e folli viaggiatori che si trovano a mettere in discussione molti aspetti delle loro vite.
Una terza persona avrà però un ruolo rilevante nella storia, l’autostoppista dal cuore d’oro Leo, uno spirito libero, ma con una ferita profonda nel cuore, il cui inatteso intervento si rivelerà positivo per padre e figlia. Perché Cercando Camille è un film ottimista e solare, onesto e delicato, che fa riflettere sull’importanza della famiglia e degli affetti.
Zerkalo spettacolo ha incontrato in occasione della presentazione romana, la regista Bindu De Stoppani e l’attrice Anna Ferzetti.
Zerkalo Spettacolo: Bindu, un nome che non proviene né dall’Italia, né dalla Svizzera, né dalla Bosnia…
De Stoppani: BINDU è un nome indiano, infatti sono nata in India da genitori hippie. Non ero mai stata in Bosnia, prima del film, non la conoscevo. Ho però degli amici che hanno vissuto la guerra e che soprattutto mi hanno raccontato i terribili fatti accaduti e le loro esperienze. E poi ho scelto un nome francese, Camille, che confondesse un po’ le idee, che ponesse un alone di mistero e di indefinitezza sulla vicenda
Zerkalo Spettacolo: Cercando Camille tratta, tra i tanti, un tema delicato e poco frequentato al cinema, quello dell’Alzheimer. Ciò nonostante, non è un film drammatico…
De Stoppani: E’ vero, non è un film drammatico. Ero interessata a giocare col dramma e la commedia, volevo esplorare le conseguenze della malattia su chi la subisce in prima persona e su chi invece ne è indirettamente coinvolto. Ma il tutto in chiave leggera.
Zerkalo Spettacolo: Nella vita reale, purtroppo, di Camille ne esistono poche; oggi è ben più comune la figura del fratello, che preferirebbe il padre malato in una casa di cura…
De Stoppani: Sì, è vero, non si è disposti ad accettare e ad affrontare la malattia altrui. Prima della sceneggiatura, ho incontrato diverse persone affette da Alzheimer ed era molto interessante sentirle parlare, perché ognuna di loro interpretava in modo diverso la propria malattia. L’Alzheimer nel mio film diventa il motore narrativo, perché diversamente da altre malattie che si curano dentro casa, non costringe al letto il protagonista, ma lo spinge a una serie di situazioni che mettono in difficoltà chi gli sta accanto; allo stesso tempo, però, risulta in un certo senso salvifico per i protagonisti, che riscopriranno se stessi e l’affetto che li lega.
Zerkalo Spettacolo: Ha subito pensato ad Anna Ferzetti e Luigi Diberti come protagonisti della sua storia?
De Stoppani: La scelta dei protagonisti è avvenuta dopo aver scritto la sceneggiatura. Sin dai primi casting, però, sapevo che quei ruoli erano perfetti per Anna e Luigi. Sono attori intelligenti e di grande spessore, hanno capito subito il mio modo di lavorare, le mie idee e quello che volevo da loro.
Zerkalo Spettacolo: Anna Ferzetti, finalmente nel tuo primo ruolo da protagonista. Una donna normale, alla ricerca della verità su suo padre, ma anche della propria…
Ferzetti: In questo film abbiamo riso e pianto tanto. Il viaggio che affronta Camille in effetti è un viaggio nella memoria di due persone, di una figlia che cerca di aiutare suo padre e di una donna alla ricerca di se stessa e di un nuovo futuro da poter percorrere.
Zerkalo Spettacolo: Una donna che non si arrende alla malattia del genitore, ma che combatte, anche a costo di perdere alcune cose che le appartengono o di rinunciare a vivere la propria vita…
Ferzetti: Certamente accettare la malattia di un famigliare, nel caso del film l’Alzheimer, è una scelta forte, soprattutto perché, ad un certo punto, devi fare i conti con la realtà, ovvero di avere davanti a te un padre che non sa più chi sei. E’ un’esperienza che ho vissuto personalmente ed è stato straziante. Devi avere la forza di dire: “Ok, non sono più tua figlia. Lo sono stata, ma ora sono una donna”. Da anziani, sono proprio i genitori a chiederti un aiuto; d’altronde ti hanno cresciuta e mi sembra doveroso contraccambiare, dopo i sacrifici fatti per te. Da madre, mi occupo delle mie due figlie preparando al meglio il momento in cui diventeranno delle donne, inculcando loro i valori sani di una famiglia.
Zerkalo Spettacolo: Secondo te, per chi soffre di Alzheimer, quanto è importante affrontare un viaggio?
Ferzetti: Tanto, credo. In un viaggio vengono sempre fuori cose nuove, come accade nel film, e quindi lo consiglio a tutti. Durante il loro viaggio, Camille ed Edoardo litigano, piangono, ridono, si insultano; lei si occupa di lui e lui si occupa di lei. Penso che ognuno debba trovare il momento di affrontare un viaggio del genere. Sono molto fiera di questo film e di come Bindi abbia affrontato delle tematiche così delicate e complesse.
Roberto Puntato