Alla 12a edizione della Festa del Cinema di Roma, la regista Susanna Nicchiarelli in cattedra per una lezione di cinema con i ragazzi delle scuole di cinema allo spazio della Roma Lazio Film Commission. Zerkalo Spettacolo la incontra per due chiacchiere
Un’interessante lezione di cinema con Susanna Nicchiarelli si è svolta oggi, per il progetto formativo CineCampus, nella giornata di apertura della 12a edizione della Festa del Cinema di Roma. Numerosi gli studenti accorsi, a cui la regista ha parlato del suo modo di lavorare, in riferimento soprattutto alla sua ultima fatica, Nico, 1988.
Reduce del successo al Festival di Venezia con il Premio Orizzonti come Miglior Film, Susanna Nicchiarelli racconta in Nico, 1988 frammenti della vita e della carriera della cantante Christa Pffanger, in arte Nico, bellissima e talentuosa icona degli anni ’80, ricordata dai più come la musa di Warhol e la collaborazione con i Velvet Underground.
Susanna Nicchiarelli, diplomatasi al Centro Sperimentale di Cinematografia della capitale, è già al suo terzo lungometraggio (i primi sono stati Cosmonauta e La scoperta dell’alba). I primi passi nel mondo del cinema li fa con Nanni Moretti, dirigendo uno dei Diari della Sacher; in seguito scrive e dirige molti cortometraggi e documentari.
Zerkalo Spettacolo: Come nasce l’idea di un progetto per Susanna? E a quali elementi dà la priorità?
Nicchiarelli: Il mio grande amore è da sempre la sceneggiatura, cioè il raccontare una storia. Tutto per me parte da lì. Per esempio, nel mio ultimo film Nico, 1988 c’è l’idea di raccontare l’artista nell’ultima parte della sua vita, quando ha ormai perso il consenso della gente e ha modificato il suo aspetto, eppure è felice e soddisfatta, perché ha riconquistato la libertà. Alla base del film c’è l’idea di una immagine che ritengo molto forte, e che diviene non a caso l’inizio di Nico, 1988: Nico da bambina, durante la seconda guerra mondiale, che vede Berlino bruciare all’orizzonte. Quell’immagine è fondamentale nel film e segnerà profondamente il percorso di crescita e artistico di Nico.
Zerkalo Spettacolo: Cosa la stimola di più nel suo lavoro da regista?
Nicchiarelli: Leggo molto, ma soprattutto ascolto le storie della gente, cosa che ritengo ancor più importante: mi stimola molto e mi rende creativa nel mio lavoro, infatti amo creare soggetti originali. Ci sono argomenti che mi coinvolgono molto emotivamente, per esempio sono attratta dal passato e dalla Storia, quella con la S maiuscola, che entra dentro le persone.
Zerkalo Spettacolo: Come si è avvicinata al personaggio di Nico?
Nicchiarelli: Per Nico, 1988, ho impiegato 2 anni e mezzo per completarlo. Ho letto molte storie su di lei. Mi ha colpito un’intervista nella quale si diceva che a 34 anni era ormai una ragazza finita o che Warhol la considerava una cicciona. Insomma tutte cose negative sul suo conto. Ma ciò che ha più suscitato il mio interesse è ciò che ha fatto dopo, il suo cambiamento, la sua libertà, la sua ritrovata serenità. E’ questo che voglio sottolineare nel mio film, perché la mia Nico non è una sconfitta, ma una donna che rinasce. Ho lavorato alla stesura della sceneggiatura anche con i produttori Valérie Bournonville, Marta Donzelli, Gregorio Paonessa e Joseph Rouschop e con l’attrice che ha interpretato Nico, Trine Dyrholm, che oltre ad aver proposto idee e battute ha cantato i suoi pezzi con la sua vera voce.
Roberto Puntato