Su Rai 2 dal 19 febbraio, nuove avventure per il vicequestore più amato della TV interpretato da Marco Giallini
Dal 19 febbraio 2025, Rocco Schiavone torna su Rai 2 con la sesta stagione, in quattro serate da 100 minuti ciascuna, portando i telespettatori in un viaggio emozionante e tormentato, che vedrà il vicequestore protagonista confrontarsi con nuovi casi complicati, ma soprattutto con se stesso. Marco Giallini, l’attore che interpreta Rocco, ci offre uno spaccato di un uomo più maturo, ferito, e ormai disilluso dalla vita, ma che non smette mai di lottare, nel suo stile burbero e irriverente.
In questa nuova stagione, una coproduzione Rai Fiction e Cross Productions, il personaggio di Rocco, che già nella passata edizione aveva mostrato segni di un’indole più introspettiva, appare ancora più segnato dal tempo e dalle esperienze vissute. “Rocco è più maturo, più profondo, ma anche più stanco, più disilluso. Non è più alla ricerca dell’amore e delle emozioni come prima”, afferma Giallini, parlando del suo personaggio. Un vicequestore ormai disilluso dal mondo che lo circonda, e ancor più dai legami che ha perso. Il suo sguardo sul mondo è sicuramente più cinico e gravoso, ma anche più realista, come sottolinea lo stesso Giallini: “Mi sembra che anche gli italiani siano più disillusi oggi. Una volta avevamo dei punti di riferimento, come i politici, ma oggi non so più chi siano. Come fai a non essere disilluso?”
Il ritorno di Rocco Schiavone è anche un viaggio fisico e emotivo, poiché il vicequestore lascia le montagne valdostane per un’avventura che lo porterà in Argentina, precisamente a Buenos Aires. Il viaggio avrà una doppia funzione: da un lato, permette a Rocco di affrontare i suoi fantasmi più dolorosi, come il tradimento dell’amico Sebastiano, che ha causato la morte della moglie Marina, dall’altro rappresenta una possibilità di fuga dal suo presente, segnato dalla solitudine e dalle difficoltà quotidiane. “Sarà la prima volta che Schiavone si sposterà oltreoceano”, racconta Marco Giallini, descrivendo il viaggio come un punto di rottura con la routine del personaggio. “È un ruolo a cui sono molto affezionato”, aggiunge l’attore, che confessa di aver sentito la responsabilità di portare avanti un personaggio così amato dal pubblico.
La stagione, come sempre, si ispira ai romanzi di Antonio Manzini, ma in particolare, trae ispirazione dal libro Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Sud America?, da un racconto inedito dell’autore e dal romanzo Le ossa parlano. “In questa stagione, Rocco è fatto di tanti conflitti e sfumature interiori. È ferito, stanco, in lotta con la malinconia”, dice il regista Simone Spada, che per il quarto anno consecutivo guida il progetto. “La trama è complessa e, come sempre, Rocco si confronta con la parte più intima e difficile di sé. È un personaggio che, pur volendo scomparire, non si ferma mai e non si arrende mai. È straordinario proprio per questo.”
I temi della solitudine, delle perdite e del rimpianto sono alla base di questa stagione, che esplorerà la psiche di Rocco in modo più profondo e inquietante. Giallini stesso ha notato una trasformazione nel suo personaggio: “Il tempo passa, e i consigli di Marina, il suo fantasma, diventano sempre più evanescenti. Una volta mi diceva ‘è così’ o ‘è cosi’, ma ora, anche quando parlo con lei, non la ascolto più tanto”. La figura della moglie, infatti, ha un ruolo centrale in questa stagione, sebbene il suo fantasma sia ormai più sfocato, simbolo del tempo che passa e della difficoltà di Rocco nel fare i conti con i suoi ricordi.
L’aspetto fisico di Giallini, anch’esso parte integrante del personaggio, non passa inosservato. “Sono dimagrito per un film precedente e ho cercato di recuperare in extremis, ma a una certa età è difficile. Caracollavo un po’, ‘nazzicavo’, come si dice a Roma. Però il mio maestro mi ha detto che questa fatica ha aggiunto qualcosa di autentico alla sofferenza del personaggio”, rivela l’attore, che ha cercato di rendere il suo Rocco più “ciancicato” e segnato dalla vita. Una scelta che dimostra come anche l’aspetto fisico diventi un veicolo per esplorare la psicologia di un personaggio complesso e tormentato.
Le dinamiche tra Rocco e gli altri personaggi storici della serie, come Brizio (interpretato da Tullio Sorrentino) e Furio (Mirko Frezza), rimangono fondamentali. In particolare, il rapporto con Sebastiano (Francesco Acquaroli), che si riflette sulla sofferenza di Rocco per il tradimento subito, darà vita a uno dei finali più intensi e sorprendenti della serie. “Ci saranno momenti che ci lasceranno senza fiato”, promette Simone Spada, “Un finale che segna davvero un punto di svolta per il personaggio, che nonostante tutto, continua a fare ciò che deve fare.”
E sul dibattito riguardo la collocazione della serie su Rai 2, Giallini ha sottolineato la particolarità di un prodotto come Rocco Schiavone, che pur affrontando temi duri e spigolosi, riesce a raggiungere un pubblico ampio e diversificato. “All’inizio si pensava che Schiavone sarebbe andato su Rai 1, ma alla fine ci siamo ritrovati su Rai 2. E va bene così. C’erano delle cose, piccole cose, che non si potevano trasmettere, ma la serie ha trovato una sua identità che piace al pubblico, un pubblico che apprezza la nostra proposta”, ha dichiarato Giallini, che ha anche sottolineato come la serie sia riuscita a conquistare anche un pubblico di lettori e appassionati di cultura letteraria, a dimostrazione della qualità del lavoro svolto.
La sesta stagione di Rocco Schiavone si preannuncia quindi ricca di emozioni, colpi di scena e una profonda introspezione psicologica. Un viaggio che porterà Rocco oltre i confini geografici e personali, e che promette di svelare nuovi lati del suo carattere, nel più classico stile della serie. La solitudine e la malinconia, ma anche la determinazione e il desiderio di giustizia, sono pronti a riempire i 100 minuti di ogni puntata, che confermano ancora una volta il successo di uno dei personaggi più amati e tormentati della televisione italiana.
Federica Rizzo