Renato Zero esce col nuovo album Zero il Folle, in tutti i negozi dal 4 ottobre. Prima tappa del tour il 1 novembre a Roma
Zero il folle è l’ultimo album di Renato Zero: all’interno tredici tracce e quattro cofanetti con le diverse identità del cantautore. Alla soglia dei suoi 69 anni, Renato Fiacchini (all’anagrafe) festeggia così il suo compleanno e porta con sé le stravaganze di Zero, personaggio che lo accompagna da quando aveva 15 anni, cresciuto tra Pasolini, Jannacci, Modugno e molti altri.
<<Esserci mi è valso paillettes, lustrini e stravaganza. Mi ha levato dal grigiore della vita>>, così afferma Renato Zero alla conferenza stampa per la presentazione del nuovo album, parlando della sua vita.
Nato da una famiglia borghese molto “nutrita”, come la chiama lui, con la sua musica ha negli anni rotto quegli schemi che tanto gli stavano stretti: <<La mia famiglia era borghese, ma con esternazioni colorite che ad un certo punto non potevano più essere considerate tali. Con le mie canzoni ho voluto mandare a fanculo la borghesia!>>.
Nell’album Zero il Folle, c’è il richiamo a molti temi attuali, come l’aborto, la solitudine umana, la tecnologia, l’ambiente e soprattutto l’amore come garanzia di continuità per tutti.
<<Questo paese va rieducato dalle fondamenta, per questo bisogna denunciare ogni tipo di malcostume. La spazzatura a Roma, ad esempio, è un problema di cui farci assolutamente carico, perché mette a repentaglio la nostra salute. L’ecologia è il nostro respiro, la nostra possibilità di affrontare questi nuvoloni minacciosi. Il mio cielo non era quello di oggi, si affacciava anche col temporale. Ma i temporali di una volta erano sorridenti e venivano a pulire quello che oggi non pulisce la Raggi>>.
In quest’ultimo album, Renato ha voluto dedicare il brano “Quattro passi nel blu” agli amici scomparsi, quelli che come lui hanno seguito la prospettiva di un certo tipo di cantautorato, come Fabrizio De André, Lucio Dalla, Ivan Graziani, Mango e altri ancora
<<E’ un atto dovuto il mio. Sono amici che rappresentano un vestito che indosso costantemente. Sono stati messaggeri di complicità e stimolazione, oggi non ci sono più ma li rappresento in questo disco>>.
Roberto Puntato