Una sorprendente e intelligente metafora della pubertà femminile. Su Disney+ dall’11 marzo
Red, il nuovo film d’animazione Disney e Pixar, conferma la capacità della major di raccontare storie universali attraverso metafore originali, acute e piene di umorismo.
Stavolta, al centro della vicenda, c’è una studentessa e una figlia modello che un giorno si ritrova nei panni di un enorme e incontrollabile panda rosso, a causa di una vecchia maledizione di famiglia.
Ancora una volta è l’adolescenza la tematica prescelta, ma mai come ora ne vengono messe in luce le spiazzanti trasformazioni fisiche e psichiche. Quella burrascosa e improvvisa tempesta che ci spinge ad abbandonare il mondo sicuro dell’infanzia per dirigerci verso le impervietà della crescita e dell’accettazione di noi stessi.
Domee Shi, già autrice del corto Premio Oscar Bao, sintetizza tutto questo in un’immagine di grande forza: quel panda rosso ingovernabile che all’improvviso si impossessa di noi, spazzando via tutto ciò che siamo stati prima.
L’impaccio e l’inadeguatezza provocati da quella metamorfosi feroce che è la pubertà sono descritti con un’intelligenza e un’ironia che è davvero raro vedere al cinema.
Red è capace, così, di cogliere tutta la complessità e le contraddizioni di quell’età ibrida fatta di imprevisti rabbiosi, di equilibri che saltano e di passioni germoglianti. Lo fa attraverso la dominante cromatica del sangue (quella “maledizione” di famiglia che colpisce tutte le donne), ma anche con gustose esagerazioni grafiche e uno stile amabilmente pop.
Altri punti di forza del film sono, poi, l’animazione (una perfetta fusione tra le influenze di Oriente e Occidente) e la felice descrizione del rapporto tra una figlia disorientata dall’incombere dell’adolescenza e una madre che impara come starle accanto.
Red, in sintesi, è un racconto di formazione bellissimo e liberatorio, un’altra pietra miliare della lunga storia della Pixar.
Francesca Chiara Sinno