Al cinema dal 3 novembre con Adler Entertainment. Nel cast Beppe Fiorello, Massimo Ghini, Sabrina Impacciatore e il giovane Alessandro Bisegna. Nella colonna sonora il brano omonimo di Francesco Sarcina
Dopo il documentario PerdutaMente, Paolo Ruffini torna alla regia con Ragazzaccio, un teen drama a tema bullismo che cavalca l’onda del periodo pandemico appena attraversato.
Mattia (Alessandro Bisegna) ha 17 anni, frequenta il penultimo anno di liceo classico e rischia di essere bocciato per la terza volta: risponde male ai professori, passa le sue giornate a far niente ed è arrabbiato con il mondo.
Quando anche in Italia scoppia la pandemia da Covid-19, Mattia, relegato nella sua camera, sarà incollato allo schermo del suo pc per assistere alle video lezioni e per continuare ad avere rapporti con i suoi amici.
In una casa silenziosa e priva di affetto, il protagonista trova una speranza che gli dà la spinta per essere una persona migliore. Questa speranza è Lucia (Jenny De Nucci), rappresentante di istituto dai solidi valori e dalla allegria contagiosa.
Prodotto chiaramente destinato ad una platea di giovanissimi che potrebbero riconoscersi nelle tematiche affrontate, Ragazzaccio è sicuramente un prodotto sincero che prova ad essere il più possibile vicino alla realtà che abbiamo vissuto negli ultimi anni.
Intenzionato ad analizzare debolezze e pregi del mondo adolescenziale, il film non riesce, però, ad essere incisivo, risultando retorico e didascalico.
Ragazzaccio utilizza un linguaggio che vuole avvicinarsi alla generazione che prova a descrivere, ma purtroppo si ferma lì. Il racconto della generazione Z rimane superficiale e per niente sfaccettato, consegnandoci un ritratto ben poco veritiero.
Inoltre, il finale moraleggiante che vira al “volemose bene” non fa che sottolineare le buone intenzioni del regista, che non si traducono, però, in un buon film.
Federica Rizzo