Neïla Salah (Camélia Jordana) è una studentessa universitaria di origini arabe della banlieu parigina, con il sogno nel cassetto di diventare un brillante avvocato. Al suo primo giorno di corsi, però, la ragazza arriva sfortunatamente in ritardo a lezione, subendo un duro attacco da parte del Professor Pierre Mazard (Daniel Auteuil), noto per il suo atteggiamento provocatorio e offensivo nei confronti delle minoranze etniche. L’accaduto solleva un’ondata di sdegno sui social, costringendo il Preside della facoltà a prendere provvedimenti contro Mazard. Per evitare il licenziamento, infatti, il professore dovrà preparare Neïla per un’imminente gara di eloquenza, in cui rappresenterà l’istituto.
E’ una commedia scoppiettante e intelligente Quasi Nemici (Le Brio), al cinema dall’11 ottobre distribuita da I Wonder Pictures: due protagonisti, un professore razzista e una studentessa della banlieu, che si trovano, loro malgrado, a collaborare per un fine comune, vincere un prestigioso concorso di eloquenza. L’occasione non solo metterà a dura prova i loro caratteri, ma li aiuterà anche ad affrontare i rispettivi pregiudizi, portando a un profondo cambiamento.
Attraverso una sequela di dialoghi assolutamente irresistibili per irriverenza ed acume, il regista Yvan Attal affronta temi importanti e attualissimi come integrazione, razzismo e scontro fra classi. Quasi Nemici è infatti un potente inno al dialogo e alla reciproca comprensione, che ha il merito di raccontare con leggerezza, ma con grande lucidità, la società francese con i suoi divari e le sue contraddizioni.
I due protagonisti si caricano il film sulle spalle, dando vigore a personaggi scritti con accuratezza e perizia, che non possiamo che amare: vedere duellare a colpi di retorica il grande Daniel Auteuil e la nuova stella del cinema francese Camélia Jordana, già ammirata in Due sotto il burqa e vincitrice del César come miglior attrice emergente, è infatti assolutamente entusiasmante.
Un cinema pedagogico ma mai pedante, che sa aggirare elegantemente il rischio di cadere nei soliti cliché, invitando lo spettatore a riflettere con ironia e partecipazione.
Alberto Leali