Dall’11 ottobre al 6 gennaio
Sin dall’antichità le catastrofi vulcaniche hanno scandito lo scorrere della storia. Sono emblematici i casi di Akrotiri, fiorente capitale dell’isola di Thera, oggi conosciuta come Santorini, sepolta da un’eruzione nel 1613 a. C., e Pompei, investita dalla furia del Vesuvio nel 79 d. C.
I cataclismi non hanno inghiottito solo le due città, ma un intero sistema di pensiero che riaffiora tramite le indagini archeologiche. A Roma, alle Scuderie del Quirinale, dall’11 ottobre al 6 gennaio, si potranno ammirare, per la prima volta insieme, le vestigia dei due siti archeologici, tra i più importanti e meglio conservati al mondo.
Pompei e Santorini. L’eternità in un giorno, curata da Massimo Osanna, Direttore del Parco Archeologico di Pompei e da Demetrios Athanasoulis, Direttore dell’Eforia delle Antichità delle Cicladi, con Luigi Gallo e Luana Toniolo, è frutto di una collaborazione istituzionale e propone un confronto inedito attraverso innovative ricostruzioni e la selezione di preziosi reperti, in molti casi mai esposti al pubblico.
La mostra è concepita come un viaggio nel tempo alla scoperta delle due antiche città, accomunate da un’identica fine e preservate nei millenni dalle ceneri vulcaniche.
Più di trecento oggetti fra statue, affreschi, vasi, rilievi, gemme, incunaboli e quadri, ripercorrono un arco cronologico di tremila e cinquecento anni, dall’età del bronzo ai nostri giorni. Un racconto immersivo attraverso le sale delle Scuderie del Quirinale, trasfigurate da un allestimento coinvolgente che si snoda tra ricostruzioni di ambienti, con oggetti di uso quotidiano, e proiezioni di videoarte.
I temi esaminati trattano diverse problematiche archeologiche, come la disamina dei contesti, l’uso dei calchi in gesso, l’analisi delle abitudini sociali e della ritualità, lo studio della connettività economica e culturale nel Mediterraneo antico.
Il percorso espositivo è punteggiato da opere di artisti moderni e contemporanei (Micco Spadaro, Turner, Valenciennes, Filippo Palizzi, Arturo Martini, Renato Guttuso, Andy Warhol, Alberto Burri, Richard Long, Antony Gormley, Giuseppe Penone, Francesco Jodice, Damien Hirst, James P Graham, Hans Op de Beeck, Francesco Simeti), che indicano quanto la riscoperta delle città sepolte abbia nutrito l’immaginario collettivo, accompagnando i visitatori in un viaggio fra passato e presente.
La mostra racconta quindi una storia fatta di repentine catastrofi naturali e affascinanti riscoperte archeologiche per raccontare le origini e gli sviluppi della nostra storia, della nostra cultura.
Eventi speciali e laboratori contribuiscono ad arricchire e approfondire i contenuti di una mostra già di così ampio respiro: gli studenti delle scuole, potranno ad esempio mettersi alla prova con laboratori sul mestiere dell’archeologo dove verranno coinvolti a riconoscere i reperti di uno scavo. I più grandi invece potranno avventurarsi in una visita letteraria della mostra accompagnati dalle parole di scrittori e filosofi dall’antichità fino al Novecento.
Oltre ai laboratori ed agli incontri ospitati all’interno delle Scuderie del Quirinale la mostra propone una serie di appuntamenti al Teatro Argentina a Roma condotti da archeologi, storici dell’arte, intellettuali e giornalisti per indagare il fenomeno eruttivo dal punto di vista scientifico, geologico e sociale oltre a proporre una sorta di passeggiata virtuale all’interno delle sale della mostra.