Solo al cinema e IMAX dal 24 al 30 aprile con Nexo Studios
Torna al cinema, dal 24 al 30 aprile 2025, Pink Floyd – Live at Pompeii in una versione completamente restaurata, che a oltre cinquant’anni di distanza restituisce la potenza evocativa di un esperimento irripetibile. L’anfiteatro romano della città vesuviana, svuotato da ogni presenza umana, diventa nel 1971 un tempio laico dove i Pink Floyd, all’apice della loro inventiva, celebrano una liturgia sonora fuori dal tempo. Nessun pubblico, solo strumenti, rovine e lava fossilizzata: un concerto sospeso tra le epoche, che si fa esperienza mistica più che semplice performance musicale.
Adrian Maben, regista visionario, ottenne l’accesso al sito archeologico per pochi giorni e realizzò una delle operazioni artistiche più coraggiose dell’epoca. Le riprese, intensamente simboliche, sono ora riportate a nuova vita grazie a un impeccabile lavoro di rimasterizzazione in 4K e audio ATMOS, firmato dal talentuoso Steven Wilson. Il risultato è una rinnovata immersione nella materia sonora e visiva del film, che ne esalta ogni dettaglio.
La struttura del film è ibrida: da un lato le performance live nella cornice maestosa dell’anfiteatro; dall’altro, inserti dallo studio di Abbey Road, dove la band sta lavorando a The Dark Side of the Moon, il capolavoro che segnerà una svolta definitiva nella loro carriera. Queste sequenze, apparentemente quotidiane, mostrano la band in un momento di piena consapevolezza artistica, tra ironia, concentrazione e riflessioni sul futuro.
La scaletta del film attinge al meglio della fase pre-Dark Side, con pezzi tratti da Meddle, A Saucerful of Secrets, Relics e The Piper at the Gates of Dawn. Brani come One of These Days e Careful with That Axe, Eugene sono resi con un’intensità viscerale, mentre A Saucerful of Secrets e Set the Controls for the Heart of the Sun incarnano la psichedelia più trascendente. A emergere su tutti è però Echoes, divisa in due parti che aprono e chiudono il film, capolavoro che fonde rock e musica colta in una narrazione sonora fluida e stratificata.
Visivamente, Maben alterna primi piani intimi a campi larghi monumentali, restituendo il contrasto tra la modernità delle apparecchiature e la sacralità delle rovine. Emblematica la celebre immagine di Roger Waters che percuote il gong in controluce, gesto che diventa icona. Le inquadrature di mosaici, statue e fumarole vulcaniche dialogano con i suoni della band, in un montaggio che fonde estetica e significato, realizzando un’armonia inedita tra immagine, musica e paesaggio.
La nuova versione arricchisce il contenuto con materiale inedito e, per la prima volta, la pubblicazione ufficiale della registrazione audio del concerto, attesa per il 2 maggio 2025. Un evento a lungo desiderato dai fan, che ora possono ascoltare il live nella sua interezza, con una qualità tecnica finalmente all’altezza della storicità del momento.
Live at Pompeii resta un’opera rivoluzionaria, capace di testimoniare non solo la musica di una band in stato di grazia, ma una visione artistica in grado di travalicare i generi e le epoche. È il racconto di un passaggio epocale: i Pink Floyd stanno per abbandonare la loro dimensione underground per entrare nell’immaginario collettivo come protagonisti assoluti. Ma qui, tra pietre millenarie e suoni in divenire, c’è ancora spazio per la purezza dell’intuizione e della sperimentazione.
Un’opera che, oggi più che mai, conferma la sua unicità e la sua attualità. Perché Pink Floyd at Pompeii non è un semplice documento storico: è il manifesto di un’idea di arte totale.
Ilaria Berlingeri