Al cinema dal 16 marzo con I Wonder Pictures
Nicola Prosatore (Wanna) esordisce sul grande schermo con un lucido racconto di formazione avente per scenario la Napoli degli anni ‘80.
Da una parte c’è Anna (Dominique Donnarumma), alle prese con un’adolescenza fatta di conflitti con la madre Susi (Antonia Truppo), la voglia di crescere in fretta e i risvegli ormonali.
Dall’altra c’è Peppino (Giuseppe Pirozzi), incaricato dal boss del quartiere (Lello Arena) di occuparsi di un latitante (Antonio De Matteo) tenuto nascosto in una cascina a cui si accede attraversando un buco nel muro. Tra i tre si formerà un intenso e significativo legame.
Scritto sulla base dei ricordi di Antonia Truppo, anche co-sceneggiatrice, il film sceglie come ambientazione principale il cortile di un palazzo che sta per essere demolito, popolato da un’umanità povera, dipendente da alcol e droghe e invischiata con la camorra.
Nulla che non sia già stato raccontato sul grande e piccolo schermo, eppure Piano piano è un film che conquista grazie alla limpidezza dello sguardo e all’intensità delle interpretazioni.
Il cast, infatti, è tra i principali punti di forza della pellicola: composto da professionisti e non, è ricco di facce giuste e pregnanti, che rendono il contesto narrativo assolutamente credibile.
Il film si dimostra, inoltre, incisivo nel racconto dei turbamenti adolescenziali della protagonista, così come del suo bisogno di affermare e ricercare una propria personalità, anche a costo di correre dei pericoli.
Attorno a lei, un mondo che sta per cambiare, ben simboleggiato dalla palazzina in cui abita che sta per essere espropriata, ma anche dal Napoli che si avvicina alla conquista dello scudetto, dal passaggio dall’infanzia all’adolescenza e dall’ingresso in un mondo di criminalità della cui portata non ci si rende conto.
In quel luogo che sembra fuori dal tempo si scontrano due generazioni: gli adulti, divisi tra chi vorrebbe vedere i figli non ripetere i propri errori e chi invece li spinge nelle maglie della malavita, e i giovani, non ancora pronti a capire davvero cosa sta succedendo intorno a loro.
Piano Piano guarda con tenerezza e nostalgia a quell’estate di fine anni Ottanta, accompagnata dalle onnipresenti note di Self control di Raf e dall’ascesa calcistica del Napoli, che si fa metafora di un mondo in cerca di rivalsa e pronto a lottare per un nuovo futuro.
Ecco perché, nonostante l’utilizzo di stilemi propri di un certo cinema italiano che oggi va per la maggiore, questo racconto delle ultime tre settimane di un microcosmo che sta per essere spazzato via riesce ad arrivare al cuore.
Carla Curatoli