Due nomination agli Oscar© – Miglior Film e Miglior Sceneggiatura Originale – e al cinema dal 14 febbraio con Lucky Red
Un esordio intimo e intenso quello di Celine Song, che con Past lives racconta l’amore come atto di fede, quello che lega i coreani Nora e Hae Sung, separatisi da ragazzini, troppo presto perché potesse nascere qualcosa, ma che si ritrovano adulti tramite i social network, ricreando quella sintonia che li teneva uniti.
Il problema è che lei fa la scrittrice a New York, dopo che la sua famiglia è emigrata dalla Corea, e lui è rimasto a Seoul dove lavora come ingegnere. La distanza e le diverse prospettive di vita, però, non scalfiscono i loro sentimenti, che sembrano essere rimasti immutati nonostante il tempo trascorso.
Forse è anche per questo che decidono di smettere di sentirsi, per evitare di restare ingabbiati nel passato. Così Nora incontra l’americano Arthur e lo sposa, Hae Sung si fidanza con una ragazza coreana, ma la storia finisce. Il suo cuore è ancora legato a Nora, che decide, trascorsi 20 anni, di andare a trovare in America, per fare chiarezza nei suoi sentimenti.
Past lives ruota tutto intorno all’affascinante concetto di inyeon (connessione), secondo cui ogni incontro e legame in cui ci imbattiamo trova origine nelle nostre vite passate. Vite in cui Nora e Hae Sung sono state anime gemelle, destinate a stare insieme fino alla fine, non divise dagli eventi, dai luoghi e dalle scelte.
A tutti noi è capitato di pensare alle molteplici pieghe che la nostra vita avrebbe potuto prendere se davanti a un bivio avessimo scelto un percorso diverso. Così, la storia di Nora e Hae Sung riesce a toccarci nel profondo perché, come loro, abbiamo dovuto confrontarci con ciò che abbiamo scelto di diventare, anche a costo di rinunce importanti.
Ecco allora che affiora sempre più forte il tema dell’accettazione del cambiamento, come passaggio necessario per vivere la vita consapevolmente, senza lasciarsi sovrastare da rimorsi e rimpianti.
Past lives è un’opera che incanta, grazie all’ottima sceneggiatura e al talento dei suoi interpreti, Greta Lee e Teo Yoo, i cui sguardi racchiudono tutte le attese, le paure, i desideri e le inquietudini di chi non ha ancora fatto pace con il proprio passato.
Bellissimo anche il ruolo, affatto marginale, del personaggio di Arthur (John Magaro), che si assume il rischio di veder riaccendersi un sentimento a lungo sopito, pur di consentire a sua moglie di riappropriarsi della propria vita.
Carla Curatoli