La bibliotecaria canadese Fiona (Fiona Gordon) riceve una lettera dalla sua zia ottantottenne Martha (Emmanuelle Riva), che le chiede di giungere a Parigi, dove si è trasferita anni prima, perché rischia di finire in una casa di riposo. Con mega-zaino in spalla, la goffa Fiona arriva nella capitale francese ed immediatamente viene coinvolta in una serie di buffe avventure che la allontaneranno sempre di più dalla sua missione. Nel frattempo, conosce Dom (Dominique Abel), un clochard seduttore che vive sulle sponde della Senna, con cui instaurerà un curioso rapporto.
La coppia Fiona Gordon e Dominique Abel colpisce ancora, tornando al cinema con l’ennesimo irresistibile gioiellino di comicità e poesia. Parigi a piedi nudi è una commedia burlesca ed audace che rende omaggio al maestro Jacques Tati, noto per la sua inconfondibile comicità slapstick, riecheggiante, in modo personalissimo, quella dell’epoca del muto.
Ma anche chi ama il cinema stralunato e surreale di Wes Anderson non potrà che apprezzare il nuovo lavoro della coppia belgo-canadese, che unisce la dimensione ludica alla poesia del quotidiano. Il fine è quello di riportare sul grande schermo una comicità basata sul linguaggio del corpo e sulle gag danzanti, quella che ha reso celebri i film di Buster Keaton, Charles Chaplin o Stanlio e Ollio, ma riproposta in veste contemporanea.
Condendo la strampalata vicenda di equivoci, casualità, giochi e rimandi, Gordon e Abel si aprono ai piccoli drammi e alle gioie del quotidiano, affidandosi a tre straordinarie figure di outsiders. La bibliotecaria straniera e smarrita, il clochard furbo e romantico e la donna anziana ma affamata di vita intrecciano così le loro storie lungo le strade di una Parigi coloratissima e mai cartolinesca, raccontando la solitudine, la libertà, l’amore, la joie de vivre.
La comicità di Parigi a piedi nudi, oltre che nella immaginifica varietà di situazioni, risiede in ogni piccolo gesto dei personaggi, risultando irrefrenabilmente coinvolgente. Le ammirevoli interpretazioni di Abel & Gordon, che riempiono ogni momento di contagiosa allegria, si affiancano all’ultima grande prova di un’Emmanuelle Riva libera ed audace e al romanticismo di un sempre adorabile Pierre Richard.
Un gioioso inno alla vita e alla libertà: un’opera leggera e piena di grazia che scalda il cuore.
Roberto Puntato