Cosa ha spinto l’impegnato regista tedesco Wim Wenders a fare un documentario su Papa Bergoglio? Per rispondere, bisognerà abbandonarsi alla visione di Papa Francesco – Un uomo di parola, da cui emerge, potentemente e senza orpelli, il pensiero e il messaggio di un pontefice che attraversa il nostro presente mettendo in pratica la purezza dei valori cristiani.
Grazie all’utilizzo attento del materiale di archivio e a quattro lunghe interviste condotte da Wenders nell’arco di due anni, vengono così ripercorsi i momenti salienti del pontificato di Bergoglio, dall’elezione ai subitanei tentativi di rompere con i rituali non in linea con i valori cristiani, dalla scelta di condurre uno stile di vita modesto all’attenzione verso i grandi problemi del nostro presente.
Ne deriva, così, una sorta di manifesto del pensiero di Papa Bergoglio, da cui emerge chiaramente il carisma, il ritorno ai valori fondativi del cristianesimo, la lotta a sostegno dell’ambiente, dei più poveri e del dialogo interreligioso.
A fare da filo conduttore c’è la voce (in italiano) di Wenders, che in prima persona pone interrogativi sui tempi che viviamo, e le immagini della vita di San Francesco (interpretato da… e seguito da una mdp…) che sottolineano la stretta correlazione fra la figura del pontefice e quella del rivoluzionario di Assisi.
“Sono cresciuto cattolico – racconta Wim Wenders alla conferenza romana di presentazione del film – e all’età di 16 anni ho pensato davvero di farmi prete. Poi sono arrivati i film, il rock’n’roll e mi sono allontanato dalla religione. Mi ci sono riavvicinato negli anni ’70, ma da protestante“.
Risale al 2013 l’invito al regista tedesco da parte di Don Dario Viganò per realizzare un progetto su Papa Francesco: “Non vi era alcuna idea definita né tanto meno un fine– racconta Wenders -, mi fu lasciato campo libero sotto ogni punto di vista e nessuno ha mai interferito col mio lavoro. L’unica condizione che ho chiesto è che fosse un film indipendente. Alla mia domanda: “Dovrei fare un film per cattolici?”, mi fu risposto: “No, un film per tutti!“.
E’ per questo che Wenders si concentra in particolare sulla capacità di Bergoglio di stabilire una profonda connessione con le persone: “La sua capacità di arrivare agli altri è incredibile – sottolinea Wenders – e volevo che emergesse chiaramente dal mio film. Il cinema è certamente il mezzo più adatto per farlo, ma ho sentito una grande responsabilità, molto più di quella che ho avuto verso altri personaggi che ho trattato”.
“Papa Francesco ha conquistato il mio cuore prima ancora che lo incontrassi, sin da quando ha scelto di chiamarsi Francesco, un nome oggi rivoluzionario – dice Wenders -. Il suo arrivo ha scosso il Vaticano, la sua trasparenza lo ha fatto spingere oltre, prendendo di petto problemi enormi come ad esempio quello della pedofilia, verso cui ha mostrato tolleranza zero“.
Nel suo film, inoltre, Wenders mostra un uomo che cerca di trasmettere al mondo tutta l’energia che serve ad affrontare i nostri tempi. “Siamo in un periodo decisivo per l’umanità: può andare tutto storto o ci può essere una svolta – dice il regista –. Papa Francesco cerca di guidarci verso la seconda direzione e lo fa con grande ottimismo. Spero che tramite il mio film arrivi alla gente lo spirito di quest’uomo, perché tanti hanno abbandonato la nave, ma lui parla come un capitano responsabile. E’ oggi l’unica voce che ha un’autorità morale, quella che hanno perso molti leader politici. E se alcuni lo criticano di mancare di spiritualità, dimenticano che lui non ha mai paura, e ciò accade proprio perché è dotato di grande spiritualità“.
Papa Francesco – Un uomo di parola sarà al cinema distribuito da Universal Pictures come evento speciale solo nei giorni 4, 5, 6 e 7 ottobre.
Alberto Leali