PAGINE NASCOSTE di Sabrina Varani: dagli applausi dell’ultimo Torino Film Festival, il film ora selezionato dal Mese del Documentario in occasione della settimana della Memoria, arriva nelle sale italiane distribuito da Istituto Luce Cinecittà
Un viaggio nella composizione del nuovo romanzo di Francesca Melandri, una delle voci più interessanti della nuova letteratura italiana. Un viaggio alla scoperta di un padre, diverso da come si credeva. Un viaggio nel fascismo, nel razzismo, nella memoria rimossa. La scoperta inattesa di una memoria personale, che diventa memoria e rivelazione della nostra Storia, del nostro presente.
Dopo la prima mondiale al 35. Torino Film Festival, dove è stato calorosamente accolto e accompagnato da uno dei dibattiti più vivaci della kermesse, il nuovo film documentario di Sabrina Varani, Pagine nascoste, arriva nelle sale per un lungo tour di proiezioni-evento e teniture, a partire dalla selezione nel prestigioso ‘festival diffuso’ Il Mese del Documentario, promosso da Doc/it: un onore riservato a soli 2 documentari italiani di quest’anno.
Il film di Sabrina Varani, distribuito da Istituto Luce-Cinecittà, inizia il suo tour da Roma, alla Casa del Cinema, il 22 gennaio, in occasione della settimana della Memoria, per toccare tra gennaio e febbraio le principali città: dopo Roma, Milano, Genova, Napoli, Firenze, Torino, ancora Roma (dove sarà in tenitura all’Apollo 11) e altri centri, anche in profondità.
Pagine nascoste, prodotto da Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, B&B Film, in associazione con Istituto Luce Cinecittà, segna il ritorno alla regia di Sabrina Varani, direttrice della fotografia di spessore del cinema del reale italiano (e non solo) e prende le mosse dal nuovo romanzo di Francesca Melandri, ‘Sangue giusto’, edito nel 2017 da Rizzoli. Una delle voci più forti e originali della nostra narrativa, per un libro che sta confermando il talento della sua autrice, con la forza della sua storia. Quella di un padre, un personaggio d’invenzione chiamato Attilio Profeti, anziano, rispettabile, pacifico, amato; ma che si scopre avere un passato nascosto e ora indagato dalla figlia Ilaria nel regime fascista, nella guerra coloniale, nelle teorie razziste sulla superiorità ariana. Un segreto che riporta i lettori a un baratro rimosso della nostra storia, e ai suoi riflessi oscuri nell’Italia presente.
Il film di Varani non si adatta al libro, che è un puro racconto di finzione. Ma alla vera storia di Francesca Melandri. Che durante la scrittura del libro ha scoperto quanto suo padre avesse in gioventù aderito alla dittatura. Scoprendo così anche nella propria famiglia la rimozione di tanti italiani: tutti quelli che durante il Ventennio erano fascisti, e poi non lo sono stati più. Il film diventa così un viaggio ricchissimo di direzioni: verso un passato personale; nelle biblioteche alla ricerca di documenti; in Etiopia, alla scoperta della nostra storia coloniale. Un viaggio intimo; e un viaggio in Italia, alla scoperta del nostro razzismo di oggi, tra propagande che ricordano paurosamente quelle degli anni ’30, con l’avanzata di nuovi fascismi e nuovi ricorsi alla paura di ciò che vediamo come ‘altro’ . Tra montagne africane dove si visse la resistenza ai massacri italiani, o a Filettino, in Ciociaria, dove un monumento celebra la resistenza di oscure storie.
Con brani del romanzo interpretati da Valentina Carnelutti, un riuso emozionante dei filmati degli Archivi del Luce e dell’Aamod, di articoli di stampa e immagini d’epoca.
Un racconto fatto di immagini dure, talvolta difficili da accettare. E in tutto questo, un racconto delicato, fatto di comprensione, di volti e luoghi bellissimi. Come un tappeto di fili diversi, un racconto sul riconciliarsi con la propria storia, e provare a conoscere quel diverso che viene da un altro luogo: un altro paese, o il passato.
Per informazioni sulle date del tour di Pagine nascoste
http://www.cinecitta.com/IT/it-it/news/45/8681/pagine-nascoste-dal-tff-in-sala.aspx
SINOSSI breve
Per scrivere il suo ultimo libro “Sangue giusto”, la scrittrice Francesca Melandri affronta per la prima volta l’eredità del padre, aderente al fascismo durante il ventennio. Un passato che le era sconosciuto e che, attraverso ricerche in Italia e in Etiopia, la figlia indaga e rielabora per il suo nuovo romanzo, confrontandosi infine con le rimozioni della memoria di un paese e del suo passato coloniale.
Sinossi
All’origine del nuovo romanzo che la scrittrice Francesca Melandri sta preparando, vi è l’urgenza personale di fare luce sulla propria figura paterna.
Francesca è a conoscenza dell’adesione giovanile del padre al regime fascista. Tuttavia, dai racconti familiari, sa anche che Franco, come molti, ha subito una profonda conversione antifascista durante la guerra, in particolare di fronte alla tragedia della campagna di Russia.
Il ritrovamento negli archivi di un articolo che porta la firma del padre rivela però una realtà molto diversa. In cerca di risposte, la scrittrice si avventura in altre leggende, più collettive e pubbliche, quelle legate alla guerra d’Abissinia, poco raccontata alla generazione post-bellica e tradizionalmente rappresentata come un’occupazione bonaria e praticamente indolore. La sua ricerca, condotta attraverso un viaggio in Etiopia, testimonianze dirette e studio delle fonti storiche, racconta invece un’altra storia, fatta di stragi sanguinose e violenze efferate.
Francesca studia e indaga per cinque anni, elaborando le sue conoscenze in una narrazione complessa, che intreccia il nostro passato coloniale con l’Italia intollerante e razzista di oggi, riscoprendo dolorosamente i nostri legami culturali con quell’ideologia violenta, mai realmente debellata alla radice, che, come un fiume carsico, vediamo riemergere nel nostro presente.
Il film è il racconto di questa ricerca, che intreccia passato e presente, rimozioni private e pubbliche, e del processo creativo che trasforma la realtà biografica e storica in letteratura.
‘Il film è nato sull’onda di un’intuizione, quella di raccontare cosa ci sia dietro la scrittura, di quale materia prima interiore siano fatte le parole che formano un racconto. Soprattutto, volevo provare a farlo non a posteriori, ma mentre il romanzo si sta formando. Ben presto mi sono confrontata con l’enormità del tema storico che Francesca era andata a toccare, quello di un periodo relativamente recente di cui io come italiana mi scoprivo del tutto all’oscuro. Confrontandomi con la mia ignoranza e capendo che non si trattava solo di una mia carenza ma di una rimozione collettiva, ho cercato un linguaggio personale per raccontare la Storia in soggettiva, dal punto di vista cioè di qualcuno che come me scopriva un passato scomodo…’
[dalle note di regia di Sabrina Varani]
‘una riflessione stratificata, quanto mai attuale… Un’opera notevole’ MYmovies
‘tocca le corde del cuore’ Cinematografo.it
‘si ha l’impressione di procedere a ritroso in una storia anche nostra, non più privata o distaccatamente storica, ma condivisa e attuale’ Bookciak Magazine
Zerkalo Spettacolo