Ovidio. Amori, miti e altre storie in mostra a Roma alle Scuderie del Quirinale dal 17 ottobre 2018 al 20 gennaio 2019 per celebrare il bimillenario della morte del celebre poeta elegiaco
Tra i maggiori esponenti della latinità e della poesia elegiaca, Publio Ovidio Nasone, conosciuto più semplicemente come Ovidio, è celebre per i suoi splendidi versi che raccontano l’amore, la seduzione, l’erotismo, le donne, i miti, gli dèi.
La mostra Ovidio. Amori, miti e altre storie, alle Scuderie del Quirinale dal 17 ottobre 2018 al 20 gennaio 2019, vuole celebrare il bimillenario della morte del poeta, ma anche indagare sull’influenza che l’autore ha avuto sulle altre arti e, più in generale, sulla cultura occidentale.
Cos’hanno, infatti, in comune la scrittura e l’immagine? La mostra, curata da Francesca Ghedini, cerca di dare una risposta a questo importante interrogativo, offrendo un coinvolgente e ricchissimo percorso tematico, che affronta la vita di Ovidio e l’influenza della sua opera sull’epoca in cui è vissuto fino a giungere alla nostra.
Oltre 200 le opere esposte, provenienti da circa 80 musei del mondo (Louvre, Uffizi, Museo Archeologico di Napoli, National Gallery, Museo di Aquileia, Royal Danish Library, ecc.) che vanno dall’antichità (sculture, rilievi, affreschi, gemme, monete), al medioevo (codici miniati con le illustrazioni dei miti), fino alla grande stagione del Rinascimento e del Barocco, attraverso i quadri dei più grandi pittori del tempo.
Un viaggio emozionante che, attraverso i temi degli scritti del poeta, delinea un quadro lucido e preciso della società romana della prima età imperiale, quella che ha contribuito a delineare i contorni della nostra cultura.
Un’occasione preziosa per (ri)scoprire la complessità e la ricchezza dell’universo ovidiano, attraverso capolavori di Botticelli, Cellini, Tintoretto, Ribera, Poussin, Batoni e moltissimi altri.
Da domenica a giovedì dalle 10.00 alle 20.00
Venerdì e sabato dalle 10.00 alle 22.30
L’ingresso è consentito fino a un’ora prima dell’orario di chiusura
Alberto Leali