Il patriarcato nella tragedia shakespeariana in scena dall’11 al 16 marzo 2025
Dal 11 al 16 marzo 2025, il Teatro Vittoria di Roma ospiterà lo spettacolo Otello. Di precise parole si vive, un adattamento della celebre tragedia di Shakespeare firmato da Lella Costa e Gabriele Vacis. La drammaturgia, curata da Costa insieme a Vacis, esplora i temi universali e contemporanei del patriarcato, della violenza maschile e del controllo sociale, raccontando una storia che, sebbene scritta quattro secoli fa, resta tragicamente attuale.
Lella Costa, protagonista e ideatrice del progetto, ha scelto di affrontare il capolavoro di Shakespeare con un approccio che mantiene intatta la forza narrativa dell’originale, aggiornandola però a una lettura moderna. Sotto la direzione di Gabriele Vacis, che firma anche la regia, lo spettacolo si immerge nelle complessità di una storia che, nonostante la sua antichità, si rispecchia perfettamente nei conflitti e nelle dinamiche sociali di oggi.
Un’interpretazione contemporanea della tragedia shakespeariana
In questa nuova versione, il personaggio di Otello, un uomo che uccide la sua amata Desdemona sotto l’effetto della gelosia, diventa simbolo della violenza che si cela dietro ciò che per secoli è stato interpretato come “amore”. La riflessione di Vacis sul patriarcato, che attraversa tutta la drammaturgia, sottolinea come il “dramma” di Otello non sia semplicemente quello di un uomo che uccide per amore, ma quello di un sistema che impone modelli di dominazione e sopraffazione, dove la violenza diventa una manifestazione tragica di un potere radicato nella cultura occidentale.
Lella Costa e Gabriele Vacis, consapevoli della potenza di questa storia, non hanno esitato a rimaneggiare il testo originale per renderlo ancora più significativo nel contesto contemporaneo, mettendo in luce la crudeltà di una mentalità patriarcale che continua a pervaderci. Con un linguaggio attualizzato e un’intensa ricerca di “precise parole”, gli autori si interrogano su come la società possa affrontare e superare i modelli di dominio che, come il personaggio di Otello, ci imprigionano in una spirale di colpa e violenza.
Il patriarcato, un tema centrale nella riflessione di Vacis
Gabriele Vacis, nelle sue note di regia, riflette sul fatto che Otello è prima di tutto un uomo intrappolato nelle contraddizioni del patriarcato, un sistema che non è una semplice manifestazione di comportamenti maschilisti, ma una struttura culturale che affonda le sue radici nei miti e nelle leggende antiche, e che si perpetua nelle mentalità moderne. Come sottolineato da Vacis, “non c’è mai amore quando c’è violenza e sopraffazione”, e proprio per questo l’uccisione di Desdemona non può essere vista come un gesto d’amore, ma come il risultato di un sistema che impone agli uomini modelli distruttivi di relazione.
Lo spettacolo non solo invita a riflettere sulla condizione dell’uomo contemporaneo, ma si propone anche come un’occasione per interrogarsi sul percorso di emancipazione che la società deve intraprendere per liberarsi dalla prigione del patriarcato.
Un’interpretazione potente e attuale
Con la direzione scenica di Roberto Tarasco e le scene di Lucio Diana, Otello. Di precise parole si vive è uno spettacolo che non solo rivisitazione il grande classico shakespeariano, ma lo reinventa in chiave contemporanea, rendendolo una riflessione profonda sulla nostra realtà. Lella Costa, da sempre attenta ai temi della giustizia sociale e delle dinamiche di potere, guida la compagnia in una performance che sfida le convenzioni e sollecita una comprensione critica della condizione umana.
L’appuntamento al Teatro Vittoria di Roma si preannuncia come un evento imperdibile, che coniuga la tradizione del grande teatro con una lettura fresca e potente, capace di parlare al pubblico di oggi con il linguaggio di ieri.
Paola Canali