Intervista al produttore hollywoodiano che accompagna nella Capitale il divo di Pulp Fiction e La febbre del sabato sera
Il produttore Oscar Generale porta in Italia un altro imperdibile film hollywoodiano: si tratta di The Fanatic, diretto da Fred Durst (noto come frontman della band dei Limp Bizkit), con protagonista un irriconoscibile John Travolta nei panni dello stalker John Moose.
Grazie al film, presentato in anteprima alla 14ma Festa del Cinema di Roma e ispirato a una situazione realmente vissuta dal regista Durst, Travolta riceve un Premio Speciale per la sua interpretazione durante la kermesse capitolina.
<<John ha interpretato un ruolo molto lontano dai suoi soliti personaggi. È stato fantastico! – afferma Oscar Generale – Il film l’ho prodotto in soli 2 mesi e girato in 17 giorni: un record. È il terzo film che faccio con lui ed è davvero gratificante incontrare una persona così straordinaria>>
Per l’occasione, Oscar Generale ci ha raccontato il suo brillante percorso professionale che lo ha portato dalla provincia italiana al dorato mondo di Hollywood.
Oscar, da dove ha inizio la tua storia col mondo del cinema? È difficile intraprendere questa strada?
Sono nato a San Giorgio Canavese 47 anni fa, fin da giovanissimo avevo il desiderio di lavorare nel mondo dello spettacolo e, non avendo alcun tipo di raccomandazione o di aiuto, ho dovuto contare unicamente sulle mie capacità. Tra i primi clienti ci sono stati Giancarlo Giannini, Ornella Muti, Asia Argento, Claudia Gerini e Raoul Bova, diventati testimonial in eventi e campagne pubblicitarie ed ho collaborato anche con la Rai e Mediaset ma ad un certo punto alcune aziende volevano dei testimonial di fama internazionale. Da qui la decisione di fare i bagagli e trasferirmi a Los Angeles, dove ho cominciato un’avventura che mi portato a diventare un produttore cinematografico conosciuto nel mondo. Non è facile intraprendere questa professione, devi avere abilità strategiche, lavorare sodo, metterci passione e determinazione, essere umile, avere intuito, dedizione e saper comunicare bene.
Mi racconti un episodio divertente che ti è capitato con una delle star che segui?
Mi trovavo a Milano con Dustin Hoffman per girare un famoso spot televisivo e proprio in quel periodo era uscito un suo film al cinema, così Dustin invitò tutta la famiglia del cliente a vederlo in sala e si presentò lui personalmente a fare i biglietti. Le lascio immaginare la faccia della signora dietro al vetro quando ha alzato lo sguardo per dare i biglietti d’ingresso: è uscita immediatamente da dietro il botteghino per baci, abbracci e congratulazioni. A ruota poi sono arrivati tutti i presenti per foto, autografi, ecc. È stato molto divertente.
Da produttore, come vedi il futuro del cinema in Italia e che differenze noti con quello americano?
Il cinema in generale sta subendo dei grandi cambiamenti. Grandi produzioni ed investimenti vengono fatti da Netflix, ad esempio, che sta cambiando il modo di fare cinema. Dico sempre che noi italiani abbiamo grandi idee, ma gli americani sono molto più veloci a realizzarle. Credo che in Italia ci siano dei talenti, grandi talenti, ma che dovrebbero essere valorizzati di più.
Oscar Generale con Denny Mendez
Emozionante e inaspettata è stata la scena sul red carpet di Cannes quando hai chiesto la mano di Denny Mendez. Dove vi sposerete e Cosa avete pensato per questo matrimonio?
La scelta di chiedere la mano a Denny con la complicità dei miei amici John Travolta e Kelly Preston è dovuta al fatto che io sono un tipo unico, mi piace sempre stupire. E volevo fare qualcosa di memorabile per la donna della mia vita.Ci sono riuscito e si è anche commossa sul red carpet dell’AmFar durante il Festival di Cannes. Chissà dove ci sposeremo, chissà…Comunque sarà solo per pochi intimi e la nostra piccola Nayara.
Con Denny sarete super impegnati, come riuscite a conciliare la carriera e l’essere genitori?
In effetti è molto difficile, soprattutto considerando che la piccola sta crescendo e ha bisogno di stabilità. Con Denny stiamo cercando di alternarci quando proprio non ne possiamo fare a meno in modo da non farla crescere con una tata che bada a lei. Quando era piccola viaggiava con noi, sempre. Anche sui set dei film, in qualsiasi parte del mondo. Adesso deve andare all’asilo perciò stiamo principalmente a Los Angeles, a parte le vacanze estive.
Tornerai a girare in Italia o non ti interessa più?
L’ Italia è un Paese meraviglioso, è casa, ci sono posti fantastici ed incredibilmente belli per girare dei film, ma farlo lì significa tanto dispendio di energie oltre che troppa burocrazia. Forse girerò qualche scena del mio prossimo film in Italia, ma nulla di più.
Roberto Puntato