Presentato Fuori Concorso al Torino Film Festival e dal 1° dicembre al cinema distribuito da Europictures
Tra i film più belli e riusciti di Daniele Vicari, Orlando racconta il rapporto fra un anziano contadino della Sabina, che da molti anni non ha più rapporti col figlio emigrato in Belgio, e la nipote dodicenne che non sapeva di avere e di cui fa la conoscenza quando, a causa della malattia del figlio, è costretto a recarsi a Bruxelles.
Servendosi di un eccezionale Michele Placido, a cui regala uno dei ruoli più intensi della sua carriera, Vicari conquista lo spettatore con il bellissimo ritratto di un uomo ruvido e apparentemente chiuso ai sentimenti.
Lo sguardo del regista non è mai invadente o giudicante, ma misurato e partecipe, così da farci affezionare ad Orlando piano piano, nonostante il suo approccio respingente al prossimo e al presente.
Vicari lavora bene sulle separazioni e sui progressivi ma fragili avvicinamenti dei suoi personaggi, facendoci percepire sulla pelle il peso di ogni silenzio o emozione trattenuta.
Il suo ultimo film è una favola moderna sull’incontro fra due mondi, quello semplice e concreto di Orlando e quello moderno e brulicante di Bruxelles tanto amato da Lyse. Ma anche sulla possibilità di comunicare, sull’importanza delle scelte, sul potere inatteso degli affetti.
Vicari evita retorica e furberie e si prende tutto il tempo necessario per penetrare nell’intimità forzata e improvvisa che si crea fra nonno e nipote. Ne deriva un’opera essenziale ma curata in ogni dettaglio, capace di cogliere le emozioni più autentiche, spogliandosi di ogni artificio narrativo.
Paola Canali