Lo spettacolo, in scena il 12 febbraio, ha per protagonisti gli attori del Corso di Perfezionamento del Teatro di Roma. Ingresso libero con prenotazione
Mercoledì 12 febbraio 2025, il Teatro India ospiterà il debutto di “Orfeo. Opera Rock”, un’opera musicale inedita firmata da Daniele Timpano e Marco Maurizi, con la regia di Elvira Frosini e dello stesso Timpano. Lo spettacolo, che rappresenta l’esito finale del laboratorio condotto dai due registi, vedrà in scena gli allievi del Corso di Perfezionamento del Teatro di Roma – Teatro Nazionale.
Un’opera tra mito, rock e sperimentazione
Scritto tra il 1994 e il 1997, il progetto nasce dall’incontro tra Timpano, autore teatrale, e Maurizi, musicista. “Orfeo. Opera Rock” fonde generi musicali diversi, spaziando dal rock al metal, dalla musica classica al punk, con testi che intrecciano riferimenti alla tragedia greca, al cabaret, al musical e persino al fumetto. L’opera affronta tematiche universali come amore, morte, libertà e giustizia, con un linguaggio ironico e provocatorio.
I protagonisti sono figure mitologiche reinterpretate in chiave contemporanea: Euridice ha un’identità di genere indefinita, Orfeo è effeminato, mentre l’antagonista è un satiro golpista clerico-fascista. Questo mix di suggestioni crea un’opera che gioca tra immaginario queer e critica politica, tra riferimenti alla cultura pop e tensioni sociali.
Un viaggio tra le influenze musicali e teatrali
Lo spettacolo omaggia grandi opere della cultura musicale e teatrale, dai classici del rock opera come The Rocky Horror Picture Show, Tommy degli Who, Jesus Christ Superstar e Orfeo 9 di Tito Schipa Jr., fino a Claudio Monteverdi, i Black Sabbath, John Cage, i Ramones, Anton Webern, Frank Zappa e i King Crimson. I testi evocano la tradizione dei libretti barocchi di Ottavio Rinuccini e Alessandro Striggio, ma anche l’universo del fumetto, con richiami a Neil Gaiman, Don Backy, Go Nagai e Masami Kurumada.
Un’opera rimasta inedita per quasi trent’anni
“Orfeo. Opera Rock” è un progetto che ha rischiato di restare nell’ombra. Nato come esperimento tra due giovani artisti poco più che ventenni, il testo e la partitura non hanno mai visto una vera messa in scena. Esisteva solo una musicassetta autoprodotta, registrata in maniera artigianale da Maurizi, in cui lo stesso autore suonava tutti gli strumenti e interpretava tutti i personaggi. Questa registrazione è circolata per anni solo in ristretti ambienti senza mai raggiungere il grande pubblico.
Ora, grazie al lavoro intensivo del laboratorio Frosini/Timpano, lo spettacolo prende finalmente vita. Dopo un mese di prove con 17 attori e attrici, la prima messa in scena integrale viene presentata al pubblico, dando corpo a un’opera concepita come un grande affresco teatrale e musicale, che originariamente prevedeva venti cantanti, trenta musicisti e coreografie elaborate.
Una giustizia poetica, come sottolineano gli stessi Frosini e Timpano: i giovani interpreti in scena oggi hanno la stessa età che avevano gli autori quando scrissero l’opera.
Alberto Leali