In scena dal 14 al 16 gennaio 2022
Da venerdì 14 a domenica 16 gennaio 2022 sul palco dell’OFF/OFF Theatre debutta in prima nazionale “Psycho”, testo liberamente ispirato al cinema di Alfred Hitchcock e all’omonimo romanzo di Robert Bloch, da cui è tratto lo spettacolo scritto e diretto da Giovanni Franci, con protagonisti Giuseppe Claudio Insalaco e Alessandra Muccioli in una produzione di Fondamenta Teatro e Teatri e con le elaborazioni digitali di Nuvole Rapide Produzioni.
“Psycho” è l’ultimo lavoro del drammaturgo Franci, che descrive in scena la cronaca di uno scontro feroce tra l’universo femminile e quello maschile, all’ombra di Hitchcock, rappresentato in un corto circuito tra linguaggio teatrale e linguaggio cinematografico.
NOTE DI REGIA
Dopo l’esperienza del lockdown e la conseguente chiusura di tutte le attività, ho pensato che tornare in scena dovesse rappresentare per me qualcosa di forte, perfino di catartico, da restituire al pubblico come un’avventura altrettanto sconvolgente, nuova, che elaborasse in maniera non scontata le cicatrici, le ferite e i lividi riportati dalla prova del confinamento e del distanziamento sociale che ha coinvolto tutti noi.
A due anni di distanza dal mio ultimo spettacolo, ho scelto di tornare sul palco con un lavoro che accendesse un cortocircuito tra linguaggio teatrale e linguaggio cinematografico, ispirandomi liberamente al cinema di Alfred Hitchcock e all’omonimo romanzo di Robert Bloch, ho scelto di tornare con PSYCHO, a mio parere, l’ultima grande tragedia che sia stata prodotta.
Cinema e teatro sono parenti stretti, ma il loro pubblico sembra siano parenti scomodi, non è una novità che gli appassionati di cinema spesso frequentino con meno interesse il teatro. Per questo mi piacerebbe che i due mondi si incontrassero. In fondo, psicoanalisi e cinema sono nati insieme e la prima deve molto al teatro, in particolare alla tragedia, perfino nella terminologia. Possiamo quindi individuare nella psicoanalisi un minimo comun denominatore tra cinema e teatro. Da qui la scelta di portare in scena PSYCHO.
Dopo aver amato e studiato a fondo il cinema di Alfred Hitchcock, ho scritto il testo come se si trattasse di una sceneggiatura cinematografica e questo sarà fisicamente evidente anche sulla scena. Immaginando i dialoghi che lo compongo come un grande mosaico, molte delle sue tessere provengono dai grandi capolavori di Hitchcock. Il mio lavoro, in fase di scrittura, è stato ricercare PSYCHO negli altri film del “maestro della suspense”.
Il pubblico più attento potrà quindi riconoscere citazioni da Marnie, Vertigo – La Donna che Visse due Volte, Gli Uccelli, Io ti Salverò, Rebecca, La Finestra sul Cortile, Il Delitto Perfetto, Nodo alla Gola… In un certo senso, lo spettacolo sarà perfettamente godibile anche da chi non abbia mai visto PSYCHO, tuttavia è certo che ricordare il film renderà tutto più interessante e che conoscere in maniera più ampia il cinema di Hitchcock trasformerà questa esperienza in qualcosa di ancora più divertente.
Gli ingredienti principali li conosciamo: tensione, suspense, sensualità, un pizzico di humor nero, la struggente malinconia di un amore impossibile, sconcerto e spavento. Il pubblico sarà rassicurato solo in parte da una storia che già conosce, perché ho riservato agli spettatori nuovi punti di vista, distopiche angolazioni e un colpo di scena con cui spero di sorprenderlo e, perché no, fargli fare un piccolo salto sulle comode poltroncine del teatro.
Nella prima parte dello spettacolo lo spettatore precipiterà come in un sogno, che ha i contorni dell’incubo, nell’ospedale psichiatrico di San Francisco, dove è ricoverato Norman Bates, cinque anni dopo aver ucciso la giovane Marion Crane. Sappiamo che la personalità assassina della madre di Norman, la Signora Bates, ha ormai completamente preso il sopravvento su quella del figlio, ma la psichiatra che ha in cura il ragazzo, la dott. Marie Bloch, cercherà di sgretolare la granitica e mostruosa maschera della madre per far riemergere dal profondo la vera coscienza del ragazzo.
Per fare questo, Norman e la dott. Bloch, torneranno perfino a rivivere quella notte di pioggia in cui Marion Crane arrivò per errore, dopo aver sbagliato strada, al Bates Motel. Un Motel situato ai bordi della vecchia autostrada quasi al confine tra la California e l’Arizona, in cui Norman vive in completo isolamento ed in cui il ragazzo custodisce un segreto atroce. Forse, come in ogni tragedia che si rispetti, non è un caso che Marion sia finita a cercare rifugio proprio in quel motel, o meglio, come in ogni tragedia che si rispetti, anche gli errori e il caso hanno le loro regole, si chiamano destino.
Al termine di questa avventura, riuscirà la dottoressa Bloch a riportare in superficie la vera personalità di Norman Bates? Sarà in grado di compiere questo viaggio allucinato e allucinante nella mente di un feroce serial killer senza commettere errori che possano esserle fatali e ad uscirne illesa? Il primo dovere di uno psichiatra è non coinvolgersi emotivamente e sentimentalmente con il proprio paziente. Io non ci sono riuscito, mi auguro che lei riesca a farlo e spero che gli spettatori siano curiosi di venire a scoprire come, a teatro.