Vi piacerebbe vedere donne bellissime organizzare un colpo perfetto sul red carpet più pazzesco del mondo? Allora Ocean’s 8 è il film che fa per voi! Poco importa se piacerà inevitabilmente più alle donne che agli uomini: vedere insieme sullo schermo Sandra Bullock, Cate Blanchett, Anne Hathaway, Rihanna, Mindy Kaling, Sarah Paulson, Awkwafina e Helena Bonham Carter non capita certo tutti i giorni e l’occasione è di quelle da leccarsi i baffi.
Vi state già preoccupando di non aver visto o di non ricordare alla perfezione Ocean’s Eleven, Twelve e Thirteen? Nessun problema, i rimandi ai film precedenti sono frequenti ma non certo indispensabili per godere appieno di una storia pimpante, glamour e divertente.
Ocean’s 8, sequel e spin-off della trilogia, ha inizio quando Debbie Ocean (Sandra Bullock), sorella di Danny (George Clooney), esce dal carcere dopo cinque anni, otto mesi e dodici giorni di reclusione, che ha trascorso a programmare nei minimi dettagli un colpo milionario: rubare una collana di diamanti da 150 milioni di dollari durante il fashionissimo Met Gala di New York. Ma per riuscirci ha bisogno di una squadra di valide (e irresistibili) professioniste del crimine.
Perché Ocean’s 8, firmato non più da Soderbergh ma dal Gary Ross di Hunger Games, è un film che funziona? Perché mescola la gustosa descrizione del mondo della moda di Il diavolo veste Prada con il girl power di Thelma & Louise e con gli inseguimenti, le sparatorie e i colpi di scena dei precedenti film della saga di Soderbergh.
Insomma, in piena era #MeToo, un film come questo, pur se concepito e realizzato prima dello scandalo Weinstein, cade decisamente a fagiolo e, in più, fa centro. Perché la gang al femminile di Ocean’s 8 non ha proprio nulla da invidiare a quella di George Clooney & Co. (anche se per quanto riguarda regia e sceneggiatura Ross non è certo Soderbergh) e, come se non bastasse, alle nostre magnifiche otto, si aggiungono numerosi camei di star del mondo dello spettacolo, come Kim Kardashian, Serena Williams, Zayn Malik,e soprattutto la direttrice di Vogue, Anna Wintour. Cosa volere di più dal cinema d’evasione estivo?
Alberto Leali