Il film rappresenterà l’Italia agli OSCAR 2023. Pierfrancesco Favino candidato agli EFA -European Film Awards come migliore attore
NOSTALGIA, il nuovo film di MARIO MARTONE con protagonista PIERFRANCESCO FAVINO, è stato presentato in Concorso al 75º Festival di Cannes e rappresenterà l’Italia agli OSCAR 2023.
Nel cast anche FRANCESCO DI LEVA, TOMMASO RAGNO, AURORA QUATTROCCHI, SOFIA ESSAIDI, NELLO MASCIA, EMANUELE PALUMBO, ARTEM, SALVATORE STRIANO, VIRGINIA APICELLA.
Tratto dal romanzo NOSTALGIA di Ermanno Rea, il film è una produzione PICOMEDIA e MAD ENTERTAINMENT in associazione con MEDUSA FILM e in coproduzione con ROSEBUD ENTERTAINMENT PICTURES realizzata da MAD ENTERTAINMENT.
Prodotto da LUCIANO STELLA, ROBERTO SESSA, MARIA CAROLINA TERZI, CARLO STELLA e coprodotto da ANGELO LAUDISA, è una distribuzione MEDUSA FILM.
Il film ha ottenuto cinque Nastri d’Argento per la Miglior Regia a Mario Martone, il Migliore Attore Protagonista a Pierfrancesco Favino, la Migliore Sceneggiatura a Mario Martone e a Ippolita Di Majo e per il Migliore Attore Non Protagonista a Francesco Di Leva e a Tommaso Ragno.
Premiato come “Film Europeo dell’anno” al 27esimo ‘Capri, Hollywood the International Film Festival, ottiene anche una candidatura per Pierfrancesco Favino come miglior attore agli EFA -European Film Awards.
SINOSSI
Dopo quarant’anni di lontananza, Felice torna lì dov’è nato, il rione Sanità, nel ventre di Napoli. Riscopre i luoghi, i codici del quartiere e un passato che lo divora.
RECENSIONE a cura di Carla Curatoli
Mario Martone torna nella sua Napoli, in quel rione Sanità così difficile, ma al contempo così vitale e affascinante.
Lo fa, dopo 27 anni da L’amore molesto, con un altro film elegante e viscerale, incentrato sui temi del ritorno e della nostalgia, ma anche sulla necessità di riallacciare le fila del proprio passato per ritrovare finalmente se stessi.
Il protagonista dell’ultima fatica di Martone ha il volto e il cuore di Pierfrancesco Favino, che al solito ci regala un’interpretazione impeccabile e che gioca coraggiosamente con la lingua.
Inizialmente, infatti, il suo Felice si esprime in un italiano un po’ rigido, caratterizzato da un forte accento straniero, tipico di chi è stato via dall’Italia per troppi anni; più passa il tempo a Napoli, però, più l’uomo ritorna in contatto con le sue radici e col se stesso del passato, cambiando, così, anche il modo di parlare e riadottando, con grande naturalezza, il dialetto napoletano.
Quello di Felice, infatti, è un viaggio di riappropriazione di ciò che è stato e che ha solo in apparenza smarrito, attraverso l’immersione in una Napoli ancestrale, spietata e bellissima. Il difficile percorso di riparazione a una precedente fuga da sé, ricucendo il distacco fisico dagli altri, ma anche rifiutando le illusioni di una vita orientata nel futuro e accettando un destino inesorabile, figlio di un passato che non lascia scampo.
Martone ha la capacità di trattare con la giusta misura una materia rischiosa, che facilmente avrebbe potuto cadere nel didascalico e nella retorica. Invece, Nostalgia si rivela un film capace di parlare al cuore senza mai essere melenso, pregno di tenerezza – basti vedere le scene in cui Felice accudisce sua madre – ma anche di grande partecipazione emotiva.
Un’opera universale e trascinante, che dimostra ancora una volta il talento e la versatilità di Martone, uno dei nostri più grandi cineasti.