L’enologa Anita aspetta un figlio dall’uomo che ama, Salvo, ed è felice di diventare presto mamma. Quando però nasce la piccola Gioia, la vita della donna cambia e tutto il suo mondo di lieta serenità sembra crollare, a causa di quel piccolo ‘mostro’ ingrato. Tornano, inoltre, a galla alcuni dolorosi fantasmi del passato, che ancor più incrinano il delicato rapporto madre/figlia.
È un bel film ‘Ninna Nanna’ di Dario Germani ed Enzo Russo, scritto dai registi assieme a Damiano Brué e Santo Paolacci: un racconto al femminile, ma scritto e diretto da soli uomini, sulla difficoltà di una donna di essere madre. Un film coinvolgente ed empatico, che ti conduce in un inferno per alcuni incomprensibile, ma non per questo meno drammatico per chi ci cade dentro: i delicatissimi primi mesi post gravidanza di una donna che vede crollare i suoi sogni di una vita felice e completa. Ad Anita apparentemente non manca nulla: ha un marito premuroso e affettuoso, un lavoro che ama e dei colleghi che la stimano e che le vogliono bene, degli amici e dei parenti presenti e pieni di attenzioni. Eppure Anita non ha mai vissuto il rapporto con sua madre , una donna egoista ed indipendente, che l’ha abbandonata in tenera età e con cui ha col passare degli anni ricostruito un rapporto telefonico: ed è forse proprio la paura di essere o di diventare come lei che la blocca nel costruire un rapporto sano con la sua piccola Gioia. Francesca Inaudi è straordinaria nel calarsi nei panni di Anita, facendone emergere con intensità ed efficacia le fragilità, le paure, il peso del giudizio altrui, la voglia di tornare a una quieta normalità e al contempo il bisogno di sentirsi accettata come madre dalla sua piccola. Sicuramente quella di ‘Ninna nanna’ è la migliore prova dell’attrice toscana, che ci piacerebbe molto vedere più spesso sul grande schermo. Pur se qualche scelta di regia e di sceneggiatura risulta infelice, il film è onesto, sincero, approfondito e senza fronzoli. Un ritratto intimo e riuscito di donna in una fase delicatissima della sua vita, che troppo poco è stata raccontata sugli schermi. Un film che non si preoccupa, a ragione, di dare troppe spiegazioni, ma che tocca il cuore con semplicità, ma con indubbio coraggio. Belli anche gli scenari da tragedia greca (con le sue madri problematiche e inquiete) che fanno da sfondo significante alla vicenda.
Roberto Puntato