Un viaggio nell’intimità di una famiglia disfunzionale, dove l’amore e il dolore si intrecciano nella lotta per la sopravvivenza emotiva. 6 episodi in arrivo il 19 febbraio
“Storia della mia famiglia”, la nuova serie Netflix creata da Filippo Gravino e diretta da Claudio Cupellini, è un’intensa riflessione sulle dinamiche familiari, le sfide della vita e le complicazioni del lutto. Al centro della narrazione c’è Fausto, un uomo dal carattere vivace e una personalità che non teme nulla. La sua vita è fatta di sorrisi, allegria, e un amore incondizionato per i suoi figli. Nonostante la sua esuberante vitalità, Fausto sta combattendo una battaglia contro il cancro, consapevole che il suo tempo sta per scadere. L’elemento drammatico della storia si mescola a momenti di pura comicità, in un equilibrio che rende la serie un dramedy coinvolgente.
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Una famiglia fuori dal comune
Il cuore pulsante di “Storia della mia famiglia” non è solo la storia di Fausto, ma quella di un gruppo di persone che, pur non essendo legate da vincoli di sangue, si uniscono in nome dell’amore e della responsabilità. La serie esplora una famiglia disfunzionale, con personaggi fragili ma incredibilmente umani, che si trovano ad affrontare una prova ben più grande di loro: mantenere unita la famiglia dopo la morte del suo pilastro, Fausto. Le sue ultime volontà di proteggere i suoi figli affidandoli a chi più ama, diventano il motore di una serie di eventi che coinvolgeranno ogni membro della “tribù” familiare, creando conflitti ma anche gesti di eroismo silenziosi.
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Il dolore della perdita e la forza della tribù
Lo sceneggiatore Filippo Gravino, ispirato dalle sue esperienze personali di lutto, ci offre una narrazione che riflette il bisogno universale di trovare un antidoto al dolore, e questa cura non è data dalla solitudine ma dalla “tribù”. Nella serie, la famiglia non è solo quella biologica, ma è anche quella che scegliamo, fatta di amici, alleati, e persone che, nonostante le proprie imperfezioni, si uniscono per sostenersi a vicenda. La riflessione sul lutto, la perdita e la resilienza attraverso una comunità che si raccoglie per andare avanti, si fa potente e universale, facendo sì che ogni spettatore possa identificarsi con uno dei protagonisti, con le loro paure e speranze.
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Un cast che dà vita ai personaggi
Il cast di “Storia della mia famiglia” è composto da attori che incarnano alla perfezione la complessità dei loro ruoli. Fausto, interpretato da Eduardo Scarpetta, è il cuore della serie: un uomo che vive al massimo, nonostante la malattia. La madre Lucia (Vanessa Scalera), un personaggio che non si è mai realmente dedicato alla maternità, è costretta a rimettersi in gioco e affrontare il suo ruolo in una nuova dimensione. Valerio (Massimiliano Caiazzo), fratello di Fausto, è un giovane irascibile e fragile che dovrà prendersi cura dei suoi nipoti, mentre Maria (Cristiana Dell’Anna) e Demetrio (Filippo Gili), migliori amici di Fausto, portano un carico emotivo che esplode nella loro evoluzione personale.
Tra commedia e tragedia: un equilibrio delicato
Il tono della serie è quello di un dramedy, dove il comico e il tragico si mescolano in modo fluido. I personaggi non sono mai solo eroici o solo imperfetti: sono persone vere, che sbagliano e fanno del loro meglio, navigando tra le difficoltà della vita. Ogni gesto, anche il più insignificante, diventa un atto di resistenza alla tragedia, un modo per affermare la propria esistenza e l’amore che ci lega agli altri. Le risate si alternano ai momenti di riflessione profonda, creando una narrazione coinvolgente che parla di fallimenti e riscatti, di relazioni che si intrecciano e si rompono, ma che nonostante tutto non si arrendono mai.
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Roma e Campania come protagoniste silenziose
Le location della serie, girate tra Roma e la Campania, giocano un ruolo fondamentale nel raccontare la storia. Roma, con i suoi quartieri popolari e i suoi luoghi iconici, diventa una metafora della vita di Fausto e dei suoi affetti: una città che accoglie, ma che a volte può anche essere spietata. La Campania, con i suoi colori vivaci e i paesaggi mozzafiato, ci riporta alle radici di Fausto e alla sua famiglia, alle sue origini, al suo incontro con Sarah e al matrimonio che ha segnato un nuovo capitolo nella sua vita.
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Una colonna sonora che racconta le emozioni
La colonna sonora, curata da Giorgio Giampà, accompagna la serie con una selezione musicale che esprime l’intensità dei momenti vissuti dai personaggi. Ogni tema musicale è stato creato per amplificare le emozioni che emergono dalla storia, dal sorriso al dolore, dalla speranza alla rabbia. La musica diventa così un linguaggio in grado di comunicare ciò che non si dice a parole, un sottofondo che arricchisce l’esperienza visiva e emotiva della serie.
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Conclusioni
“Storia della mia famiglia” è una serie che parla di temi universali: l’amore, la morte, la responsabilità e la famiglia. Racconta la vita in tutta la sua complessità, fatta di alti e bassi, di momenti di felicità e di tristezza. Con un cast straordinario, una sceneggiatura toccante e una regia sensibile, questa serie ci invita a riflettere su cosa significa appartenere a una famiglia, scegliere di essere parte di una tribù e affrontare insieme il dolore e la vita.
Roberto Puntato